domenica 3 agosto 2025

Insularità

Perché le rivoluzioni inglesi e americane hanno funzionato, generando società libere e progressiste, mentre quelle francesi e russe hanno generato società autoritarie e oppressive? Forse per la diversa ideologia, più liberale le prime e più radicale le seconde?
In verità un ruolo cruciale lo ha giocato la geografia, ovvero avere confini naturali (il mare) che impedissero alle nazioni nemiche di approfittare della situazione per invaderle.
I francesi e i russi si sono dovuti difendere con le armi; ed è l'organizzazione militare che li ha spinti all'autoritarismo.


venerdì 1 agosto 2025

Interpretazioni decisamente sbagliate

In Un bagno nello stagno dopo la pioggia George Saunders, che tiene corsi sulla letteratura russa a studenti selezionati in università americane, analizza alcuni racconti di famosi scrittori russi (da Cechov a Tolstoj) e non ne azzecca una.

Secondo lui Anima cara è una stalker (e invece è una tipica figura femminile russa), in Uva spina non coglie l'ironico anticlimax tipicamente cechoviano; nel Padrone e il lavoratore non capisce le dinamiche fra i signori e i mugiki.
Ma il massimo di incomprensione del testo lo raggiunge con il racconto di Tolstoj Alëša (o Alioscia all'italiana).

Dunque - molto in breve - Alioscia è un giovane servo, volonteroso, sorridente, un po' sciocco forse, ma buono: e viene quindi sfruttato a tutto spiano dai suoi padroni a cui i genitori l'hanno ceduto in cambio di una sommetta. E lui lavora a più non posso, guarda di lato e sorride.
Un giorno Alioscia si innamora - ricambiato - di una servetta di cucina, Marja, e si vorrebbero sposare; chiede quindi ai padroni il permesso. Ah no non se ne parla proprio, risponde la padrona, se si sposa chi mi dice che continuerà a lavorare come prima? E anche i suoi genitori non sono contenti: mica perderanno così la sommetta? Niente da fare, niente Marja, niente matrimonio, torna a lavorare. Alioscia sorride e ubbidisce – ma gli scende un lacrimone.
Qualche giorno dopo, mentre è sul tetto a lavare, non si sa come scivola e cade giù: sopravvive, ma si capisce che ne avrà per poco. Chiamano il prete, che non mi ricordo più cosa fa. Poi Alioscia guarda di lato, sorride e muore.
Commento di Saunders: dove guarda Alioscia? Guarda a Dio, che gli sorride perché non si è ribellato. La morale del racconto è che i servi devono subire in silenzio e che ci penserà Dio a premiarli in paradiso, Tolstoj è un reazionario (nientepopodimeno).
Ora, a parte il fatto che notoriamente Tolstoj non era un reazionario (anzi, vedi Resurrezione); a parte il fatto che il finalino rassicurante di Alioscia che si ribella e scappa con Marja andrebbe certamente bene in un telefilm americano, ma non in una storia russa, a parte questo insomma quello che vuol fare Tolstoj secondo me è un'altra cosa. Vuol dire al lettore: vedi, questa è la realtà. I servi non possono neanche amare, questo è quello che succede nel nostro paese. E a te lettore va bene? Vuoi che tutto resti così? O vuoi che anche Alioscia abbia il diritto di vivere? Ed è a noi lettori che Alioscia sorride, perché ha capito che stiamo dalla sua parte. Che lo amiamo. E che chiuso il libro faremo di tutto perché questo non succeda di nuovo.
Saunders, sveglia!


mercoledì 30 luglio 2025

Le panzane dei vicedirettori

È venuto fuori (Paolo Morando, Dancing days) che le lettere di anonimi lettori al Corriere che all'inizio degli anni '80 ricominciavano a parlare d'amore, di sentimenti, di tradimenti, e quindi aprivano la strada al riflusso dopo anni di lotta politica, ebbene quelle lettere le aveva in realtà scritte il vicedirettore del Corriere stesso, Gaspare Barbiellini Amidei (che nomone).
Nello stesso periodo nelle pagine del Corriere Milano c'erano gli skinhead e i punk che piangevano sotto la pioggia, pregando di essere ammessi anche loro alle feste dei paninari – che invece gli dicevano di no, erano truzzi e non indossavano le griffe giuste (un po' come nella canzone di Battisti/Mogol Gente perbene, gente permale). Comunque, una panzana anche questa, verosimilmente. Firmata da un certo Venanzio Postiglione (altro nomone), che adesso scopro che è diventato anche lui un vicedirettore (panzane e nomoni, li scelgono apposta così?)


martedì 29 luglio 2025

Ricatto e desiderio

(letta su un giornale)

“Quando l'ho conosciuto, quasi non ci potevo credere. Uno così bello non mi aveva mai corteggiato prima. Sono carina, sì, piacente, ma non a quel livello. E aveva preso lui l'iniziativa, mi aveva avvicinata in strada, ma in modo così garbato, appassionato e seducente. Un po' ho resistito, sono sposata oramai da un po', ho un bambino e a mio marito, che lavora sempre, in qualche modo gli voglio bene, ma poi a un certo punto mi sono detta: perché no? Quando mai mi è capitata un'occasione così? E quando mi ricapiterà? E quindi alla fine mi sono lasciata andare e gli ho detto di sì.
All'inizio è stato bellissimo: lui tenero, appassionato, mille parole dolci, mille gentilezze; e poi ci sapeva fare, il sesso era bellissimo, il migliore della mia vita, mi sentivo pienamente donna, non potevo credere che fosse così.
Poi un giorno il brusco risveglio: all'appuntamento nell'appartamento dove ci vedevamo, non c'era lui, ma un altro. Uno buzzo, volgare. Che tira fuori le foto che mi hanno fatto di nascosto nei nostri incontri precedenti: e io nuda, che lo facevo in tutti i modi, che lo prendevo in bocca, che ne facevo di tutte, adesso capivo. In breve, se rivolevo le foto, dovevo pagare, altrimenti le mandavano a mio marito, avevano l'indirizzo dell'ufficio. Niente soldi? Be' si poteva fare in un altro modo. In che modo? In natura, no? Come altro, ci siamo capiti? E mi mette le mani nelle mutande, mi tira fuori le tette, mi solleva la gonna, e me lo mette dentro, ho visto bene come sei brava, mi fa sogghignando. Nel frattempo è entrato nella stanza anche un altro, uno smilzo, che se ne sta lì a guardare; e mentre sono lì che cerco di riprendermi, ecco che me lo mette dentro anche lui.
Va be', mi sembra che si può fare, dice il primo. Mercoledì prossimo vieni qui, ci sarà qualcuno con cui dovrai fare la carina, ok? Tanto vedo che ci sai fare. Dopo di che ti riprendi le tue foto e tutto finito. Ok?
Cosa potevo fare? Non lavoro, ho un figlio piccolo, è mio marito che mi mantiene. Se lui vedeva quelle foto ero finita, non potevo rovinare tutto, mi avrebbero tolto il bambino, bastava riuscire a mandare giù, una volta sola, e poi me la sarei lasciata indietro, avrei dimenticato tutto. E quel bastardo? Non riuscivo a pensarci.
Così il mercoledì successivo mi sono presentata. Mi hanno fatto spogliare, sdraiare su un letto, solo con delle mutandine trasparenti e un reggiseno a balconcino. Dopo un po' entra uno, un vecchiaccio, che inizia a toccarmi, mi leva mutandine e reggiseno, si sdraia su di me e mi scopa. Poi in bocca. Poi mi gira e me lo mette nel culo. Io gemo, un po' per la paura e lo schifo, un po' sperando così di farlo venire prima. Finisce infatti; si riveste e se ne va.
E ne entra un altro. Poi dopo un altro ancora, che mi chiama troia e che prima di uscire mi mette dei soldi sul comodino. Non ne posso più, basta, speriamo che finisca e poi basta, dimenticherò tutto e sarà finita.
Alla fine entra il buzzo. Sono lì nuda seduta sul letto, mi prende un capezzolo fra le dita e me lo strofina mentre mi parla senza neanche guardarmi. Ci sai fare, mi dice, ecco qui le tue foto come d'accordo. Mi rivesto rapidamente, peccato però perdere una fighetta così, mi fa. Si mette davanti alla porta. Perché certo le foto te le abbiamo ridate, quelle vecchie. Ma qui ce ne sono delle altre, e un audio, tre uomini ricevuti uno dietro l'altro, che ti davano soldi, sarà contento tuo marito?
Crollai, piangevo, e lui intanto mi aveva messo la mano lì, stringeva, stringeva, bella fighetta calda, ti piace, eh? Insomma ho ceduto, ho promesso che sarei tornata un'altra volta, se fosse stata veramente l'ultima. Ma la volta successiva erano tre assieme nello stesso letto. E a un certo punto è spuntata una telecamera, tranquilla, non lo faremo circolare in Italia, ho paura, ho chiesto per favore una maschera, un po' seccati hanno detto va bene, ma poi è caduta e sono andati avanti. Finite le riprese, l'operatore mi ha dato un colpettino anche lui.
E insomma non so più cosa fare. Sono finita nelle mani di questi qui, non vedo via di uscita, questa è la mia vita. Andare dai carabinieri? E chi mi crederebbe adesso? In casa mi vedono lontana, assente. Non so a chi confidarmi, con chi ne parlo? Con le amiche mi vergogno troppo, di essere stata così stupida; con mia mamma e mia sorella? Mi hanno sempre rimproverato di essere troppo libera, io ridevo, mi urleranno dietro, non ce la farei.
Così ho scritto a voi, vi chiedo un consiglio.”

(mi chiedo se sia vera)


...ma questa angoscia, che mi assale...

lunedì 21 luglio 2025

La lotta con l'angelo (ovvero lo sciancato)

Un tale aveva imbrogliato suo fratello maggiore rubandogli l'eredità con un trucco. Dopodiché non si erano visti più. Un giorno venne a sapere che suo fratello era in città. Di notte quindi scappò con tutta la sua famiglia per paura di incontrarlo.
Ma mentre scappava, venne alle mani con un uomo sconosciuto, che non riuscì a batterlo, ma lo rese storpio.
Alla fine si parlarono. Tu avrai un nuovo nome, gli disse. Quello di chi ha creduto di combattere con Dio (ma erano i suoi sensi di colpa): e pensa di esserne uscito vittorioso (ma ne è uscito sciancato).


































[un nome adesso diventato ignominioso]

giovedì 17 luglio 2025

Transizione ecologica

Al posto di auto 

avremo carrarmati.



(complimenti!)

mercoledì 16 luglio 2025

Pasolini (il poeta)

"...quel tanto di fittizio e di viscerale che c'è nel suo populismo ricattatorio..."












(professor Fenzi, quello delle BR - qualcosa di giusto lo ha azzeccato)