giovedì 19 novembre 2009

Odio Picasso!

A tutti, per definizione, piace Picasso. Nessuna vecchietta oserebbe sollevare qualche obiezione, avanzare qualche dubbio.
Certo, niente da dire sulla sua abilità tecnica. E neanche su quella di appropriarsi disinvoltamente delle capacità altrui. E’ stato cubista, neoclassico, surrealista, neoespressionista. Come ha detto qualcuno, è stato il “domatore” del panorama artistico europeo del Novecento (in realtà aveva scritto “dominatore”, ma ho letto male, forse perché me lo immagino più come un domatore da circo, con i baffoni, la frusta, gli stivali, il cilindro, il frac rosso e l’eloquio stentoreo).
Ma guarda caso, i suoi quadri con quotazioni maggiori sono quelli del periodo blu e rosa, quello con gli arlecchini tristi e il papà con il figlioletto povero, roba insomma da bancarelle che ognuno si vergognerebbe di ammettere che gli piacciono, ma firmato Picasso si può.
Ma guarda caso la svolta vera l’ebbe dopo la morte del suo amico Casagemas, quando giurò che non sarebbe finito così (e da quel momento ebbe un solo obiettivo: imporre il suo prodotto, la sua firma, nello stile che più stava per andare in quel momento).
Guarda caso, le sue donne si uccidevano o impazzivano. Guarda caso, fece immediatamente la spia sul suo amico Apollinaire, con cui aveva rubato una statua africana al Louvre. Guarda caso, non ebbe nessun fastidio dai nazisti a Parigi durante la guerra (lui comunista, iscritto al partito, esponente dell’arte degenerata). Guarda caso, se ne guardò bene dall’andare in Spagna a combattere Franco (lui comunista e progressista – ah già, era troppo occupato a dipingere quella roba di Guernica). Durante la guerra, si faceva portare il bronzo per le sue statue, che era razionato per motivi militari, dalla Resistenza francese (ma non avevano niente di meglio da fare?). Dopo la guerra, vinse il Premio Stalin.
Insomma, era uno che ci sapeva fare (anche troppo). Dopo di lui, gli artisti non hanno avuto altro per la testa.

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