Anni fa era si sentiva spesso dire che
i sovietici avevano battuto i tedeschi nella seconda guerra mondiale
per due motivi: il Generale Inverno (ovvero il clima terribile a cui
i tedeschi non erano abituati) e gli aiuti americani.
Tutti e due motivi che ho scoperto poi essere falsi (o perlomeno in larga parte falsi, nel senso che hanno contato sì, ma non sono stati gli elementi decisivi).
L'avanzata tedesca nell'estate del 1941 (e quindi non in inverno) fu rallentata dalla battaglia di Kursk (la prima), in cui i russi persero sì, ma impedirono ai tedeschi di arrivare ai loro obiettivi (ovvero alla linea Archangel'sk-Astrachan prima dell'inverno). Fu in qualche modo una sorta di Borodino: dove il principe Andrej è ferito a morte e Napoleone vince, ma comunque non abbastanza. E poi Napoleone (a cavallo) era partito a giugno e arrivato a Mosca a settembre, Hitler (motorizzato) era partito anche lui a giugno ma arrivò ai sobborghi di Mosca solo a dicembre – troppo tardi (gli storici militari dicono che dopo Kursk 1 era sicuro che la Germania non avrebbe vinto la guerra).
La seconda battaglia di Kursk (ovvero la battaglia del cosiddetto “saliente di Kursk”) è del luglio 1943, e in qualche modo è la Beresina (estiva) di Hitler. Per capire meglio, cos'è un “saliente”? È una sorta di avanzamento eccessivo del fronte, una sorta di penisola nel mare dell'avversario, che diventa un punto debole, facilmente attaccabile su più lati. I generali tedeschi, notato il saliente che si era formato, cosa evidentemente sfuggita a quei bestioni di sovietici, pensarono che fosse l'occasione giusta per attaccare in massa, secondo il loro stile: uno sfondamento in profondità, che superasse le linee e facesse crollare il fronte.
Era invece una trappola. I russi avevano visto bene formarsi il saliente, e l'avevano attrezzato con oltre cinque linee di difesa. Così, quando i tedeschi sferrarono l'attacco, e superarono la prima linea, e poi la seconda, e poi la terza - si trovarono intrappolati fra le linee, alla mercé dei T34, delle Katiusce, dei Kalashnikov (che erano meglio dei Panther, delle machine pistol e dei lanciarazzi tedeschi). Niente inverno e niente armi americane (che si limitarono a qualche migliaio di jeep e roba simile, utilissime sicuramente, ma non decisive).
Il presupposto dell'attacco di Hitler all'Unione Sovietica era la superiorità tedesca sugli arretrati slavi: superiorità strategica, tecnologica, politica, razziale. Qui invece i russi si erano dimostrati superiori tatticamente, e con le armi migliori. Un durissimo colpo alle motivazioni tedesche. Pare che lo stesso Hitler avesse mormorato: se sono i più forti, è giusto che vincano loro (darwinista sociale fino in fondo). Gli analisti militari dicono che dopo Kursk 2 era certo che la Germania avrebbe perso la guerra, era solo una questione di tempo (e lo sbarco di Normandia, checché ne dicano adesso, servì principalmente a impedire che Stalin arrivasse fino all'Atlantico – cosa che peraltro non aveva nessuna intenzione di fare).
Dunque Kursk ha avuto una certa importanza nel decidere le sorti della guerra mondiale, anzi sotto certi punti di vista è la battaglia principale, quella decisiva.
Ma la cosa che più mi stupisce è che quando Zelensky ha attaccato Kursk questa estate, nessun giornale abbia pensato di richiamare queste vicende. È un po' come se un nostalgico bonapartista sfidasse gli inglesi a Waterloo, in cerca di una rivincita. E nessuno ha pensato di notarlo?
Tutti e due motivi che ho scoperto poi essere falsi (o perlomeno in larga parte falsi, nel senso che hanno contato sì, ma non sono stati gli elementi decisivi).
L'avanzata tedesca nell'estate del 1941 (e quindi non in inverno) fu rallentata dalla battaglia di Kursk (la prima), in cui i russi persero sì, ma impedirono ai tedeschi di arrivare ai loro obiettivi (ovvero alla linea Archangel'sk-Astrachan prima dell'inverno). Fu in qualche modo una sorta di Borodino: dove il principe Andrej è ferito a morte e Napoleone vince, ma comunque non abbastanza. E poi Napoleone (a cavallo) era partito a giugno e arrivato a Mosca a settembre, Hitler (motorizzato) era partito anche lui a giugno ma arrivò ai sobborghi di Mosca solo a dicembre – troppo tardi (gli storici militari dicono che dopo Kursk 1 era sicuro che la Germania non avrebbe vinto la guerra).
La seconda battaglia di Kursk (ovvero la battaglia del cosiddetto “saliente di Kursk”) è del luglio 1943, e in qualche modo è la Beresina (estiva) di Hitler. Per capire meglio, cos'è un “saliente”? È una sorta di avanzamento eccessivo del fronte, una sorta di penisola nel mare dell'avversario, che diventa un punto debole, facilmente attaccabile su più lati. I generali tedeschi, notato il saliente che si era formato, cosa evidentemente sfuggita a quei bestioni di sovietici, pensarono che fosse l'occasione giusta per attaccare in massa, secondo il loro stile: uno sfondamento in profondità, che superasse le linee e facesse crollare il fronte.
Era invece una trappola. I russi avevano visto bene formarsi il saliente, e l'avevano attrezzato con oltre cinque linee di difesa. Così, quando i tedeschi sferrarono l'attacco, e superarono la prima linea, e poi la seconda, e poi la terza - si trovarono intrappolati fra le linee, alla mercé dei T34, delle Katiusce, dei Kalashnikov (che erano meglio dei Panther, delle machine pistol e dei lanciarazzi tedeschi). Niente inverno e niente armi americane (che si limitarono a qualche migliaio di jeep e roba simile, utilissime sicuramente, ma non decisive).
Il presupposto dell'attacco di Hitler all'Unione Sovietica era la superiorità tedesca sugli arretrati slavi: superiorità strategica, tecnologica, politica, razziale. Qui invece i russi si erano dimostrati superiori tatticamente, e con le armi migliori. Un durissimo colpo alle motivazioni tedesche. Pare che lo stesso Hitler avesse mormorato: se sono i più forti, è giusto che vincano loro (darwinista sociale fino in fondo). Gli analisti militari dicono che dopo Kursk 2 era certo che la Germania avrebbe perso la guerra, era solo una questione di tempo (e lo sbarco di Normandia, checché ne dicano adesso, servì principalmente a impedire che Stalin arrivasse fino all'Atlantico – cosa che peraltro non aveva nessuna intenzione di fare).
Dunque Kursk ha avuto una certa importanza nel decidere le sorti della guerra mondiale, anzi sotto certi punti di vista è la battaglia principale, quella decisiva.
Ma la cosa che più mi stupisce è che quando Zelensky ha attaccato Kursk questa estate, nessun giornale abbia pensato di richiamare queste vicende. È un po' come se un nostalgico bonapartista sfidasse gli inglesi a Waterloo, in cerca di una rivincita. E nessuno ha pensato di notarlo?
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