sabato 21 ottobre 2023

Cambio di paradigma.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale le parole d'ordine per tutti, conservatori compresi, erano: diffondere il benessere e i diritti, allargare la società, favorire la partecipazione allo sviluppo di tutti i ceti sociali, ecc, ecc.
Poi negli anni '70, con la lotta armata e la tossicodipendenza, si è rotto qualcosa. C'era qualcuno – i tossici e i terroristi – che era irrecuperabile. Che non voleva partecipare, che aveva alzato troppo l'asticella, contro a priori, distruttivi e basta. E a un certo punto ci si è detto: non si può pensare a tutti, quelli sono fuori.
Ma, superato qual crinale, si è passati (all'inizio degli anni '80) a un altro modello: dove ci si divide fra chi è dentro e chi è fuori, fra chi che la fa e chi no, fra forti e deboli; fra chi conta e chi è irrilevante. O hai un invito riservato, o te ne stai fuori al freddo.
E se non ce la fai sono fatti tuoi, chi si lamenta è un perdente, o uno che lo fa per partito preso e allora va ignorato: e quindi o collabori con il sistema o sei fuori.
Ma tenere qualcuno fuori lo si fa anche apposta: perché altrimenti dove sarebbe il valore di essere dentro? Gli esclusi giocano un ruolo fondamentale: spauracchio per gli indecisi, vanto per gli asserviti (non sono come loro). E quindi: dagli addosso!


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