venerdì 15 settembre 2023

Da Charlie a King Kong (e viceversa)

I soldati americani in Vietnam chiamavano i vietnamiti “charlies”. Questo perché nello spelling militare (A come Alpha, B Bravo, ecc), la C era Charlie e C indicava i comunisti. Tutti comunisti, i vietnamiti (e infatti hanno massacrato civili inermi più di quanto si pensi, vedi ad esempio “Così era il Vietnam” di Nick Turse).
Anche “Vietcong” è una parola americana (loro non si chiamavano così): “cong” è un suffisso che indica ancora una volta i comunisti.
Ma anche King Kong ha la stessa origine: sì, perché l'idea dello scimmione circondato da aeroplani era venuta a un pilota americano fanatico anticomunista che era andato a combattere con i Bianchi nella guerra civile e aveva preso spunto da un manifesto di propaganda (catturato poi dai bolscevichi, era stato graziato e salvato dalla fucilazione da un ufficiale che era in realtà lo scrittore Isaac Babel, quello dell'Armata a cavallo).

(comunque, la ragazza poi alla fine si innamorava di Kong morente...)












[ma, mi chiedo: perché invece la fine del fascino dei comunisti, che fino a poco tempo fa tanto piacevano? Nella perdita dell'aura, dell'appeal e dell'allure, ha contato di più la lotta armata, soprattutto nella fase finale, fanatica e autodistruttiva, o le miserie del socialismo realizzato? Più il radicalismo o il bigio affarismo delle amministrazioni locali? Più Che Guevara o le mazzette sui traffici d'armi internazionali e le valigione di soldi nascoste a Bruxelles?]

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