di Marcello Foa
L'autore è un giornalista di destra
moderata (scrive su il Giornale). Eppure quello che dice è molto
simile a quello che si trova sui siti di controinformazione (lo dice
anche lui, solo che quelli sono prevenuti e ideologici, precisa, lui
ci è arrivato cercando la verità).
E in buona sostanza quello che nel libro viene esposto in modo chiaro, puntuale, completo, lucido e ben documentato è il modo in cui l'opinione pubblica mondiale viene manipolata dai poteri dominanti a propri fini.
Dalle basi teoriche della pubblicità e della propaganda anni '30 (Lippmann, Bernays...) fino al ruolo degli spin-doctor nelle guerre in Iraq, Libia, Kossovo, primavere arabe, ecc, ecc, si mostra bene e in modo esteso come vengano diffuse sistematicamente, di fatto con l'appoggio o perlomeno la connivenza dei media teoricamente indipendenti, vere e proprie menzogne ben formulate per ottenere l'appoggio dell'opinione pubblica alle proprie politiche: politiche molto spesso non molto belle in verità, anzi quasi mai, anzi decisamente orribili: ma se ben condite e ben rappresentate... be', vanno giù. O perlomeno nessuno si lamenta.
Insomma è un libro da leggere assolutamente se si vuole capire cosa veramente succede (o i perché dell'accanimento contro persone come Assange o Snowden, a cui invece dovremmo alzare un monumento); magari assieme a quello di Marco D'Eramo (versione di sinistra, stavolta) che in “Dominio – la guerra invisibile dei potenti” mostra come dalla fine degli anni '70 alcuni milionari americani abbiano avviato, organizzato, finanziato e ramificato una vera e propria controrivoluzione culturale finalizzata a capovolgere i frame di riferimento, ovvero i modi in cui vediamo e interpretiamo il mondo, e quindi i giudizi e le azioni conseguenti; o anche il libro di Alfredo Macchi "Rivoluzioni Spa", praticamente introvabile (esaurito dall'editore, assente nelle biblioteche - l'unica copia presente a Lecco risulta rubata - non presente sul mercato dell'usato) che racconta come la cosiddetta primavera araba o i movimenti nei paesi ex socialisti siano scientificamente organizzati da organizzazioni esterne a fini geopolitici. Si vive nella menzogna, ahimè.
E in buona sostanza quello che nel libro viene esposto in modo chiaro, puntuale, completo, lucido e ben documentato è il modo in cui l'opinione pubblica mondiale viene manipolata dai poteri dominanti a propri fini.
Dalle basi teoriche della pubblicità e della propaganda anni '30 (Lippmann, Bernays...) fino al ruolo degli spin-doctor nelle guerre in Iraq, Libia, Kossovo, primavere arabe, ecc, ecc, si mostra bene e in modo esteso come vengano diffuse sistematicamente, di fatto con l'appoggio o perlomeno la connivenza dei media teoricamente indipendenti, vere e proprie menzogne ben formulate per ottenere l'appoggio dell'opinione pubblica alle proprie politiche: politiche molto spesso non molto belle in verità, anzi quasi mai, anzi decisamente orribili: ma se ben condite e ben rappresentate... be', vanno giù. O perlomeno nessuno si lamenta.
Insomma è un libro da leggere assolutamente se si vuole capire cosa veramente succede (o i perché dell'accanimento contro persone come Assange o Snowden, a cui invece dovremmo alzare un monumento); magari assieme a quello di Marco D'Eramo (versione di sinistra, stavolta) che in “Dominio – la guerra invisibile dei potenti” mostra come dalla fine degli anni '70 alcuni milionari americani abbiano avviato, organizzato, finanziato e ramificato una vera e propria controrivoluzione culturale finalizzata a capovolgere i frame di riferimento, ovvero i modi in cui vediamo e interpretiamo il mondo, e quindi i giudizi e le azioni conseguenti; o anche il libro di Alfredo Macchi "Rivoluzioni Spa", praticamente introvabile (esaurito dall'editore, assente nelle biblioteche - l'unica copia presente a Lecco risulta rubata - non presente sul mercato dell'usato) che racconta come la cosiddetta primavera araba o i movimenti nei paesi ex socialisti siano scientificamente organizzati da organizzazioni esterne a fini geopolitici. Si vive nella menzogna, ahimè.
[ma, mi viene in mente: e quando su 7 del Corriere della Sera si parlava di quei bravi giovani che sognavano la libertà e nelle foto si vedevano dei paramilitari nerovestiti... e qualche giorno dopo attaccavano il Parlamento regolarmente eletto, con i cecchini che sparavano dai tetti sui poliziotti che lo difendevano.... e ricordate la storia dell'isola dei serpenti, dove i valorosi difensori si erano rifiutati di arrendersi ed erano stati uccisi tutti? (e allora la vicenda - stranamente simile a quella di Bastogne avvenuta nella seconda guerra mondiale – chi l'aveva raccontata? Visto che erano morti tutti...) Ah già, la settimana dopo si scopre che c'era stato un sopravvissuto (era troppo grossa, non stava in piedi)... E la ragazzina con il mitra e il leccalecca? Fossimo stati in un paese africano, avremmo esecrato: bambini-soldato! Ma tant'è. E via così. Perché il punto è (ma non ce ne accorgiamo) che la vera preda siamo noi.
Ma ricordiamoci sempre quello che si diceva: è la verità che vi renderà liberi (Giovanni, 8 – 32)]
[nb: “l'atto secondo” del libro in realtà è solo un aggiornamento della prima edizione, che a questo punto è inutile leggere (non è un “atto primo”)]
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