domenica 22 gennaio 2023

piccolo.

Ho letto un suo libro per caso: eravamo in montagna, pioveva, la padrona di casa aveva lasciato lì dei libri. Su questo, in copertina (una bella copertina Einaudi con sovracopertina) la proprietaria aveva scritto con rabbia di fianco al nome dell'autore: coglione (con la biro, stracciando la carta della sovracopertina e mollando il libro alle prime pagine - oltre era intonso). La cosa mi aveva incuriosito, quindi iniziai a leggere e subito mi dissi: ma no, è simpatico, spiritoso, battutista.
Man mano che andavo avanti sentivo però un certo disagio. Quelle storie di ragazze che volevano scoparselo perché aveva vinto un importante premio letterario... le emorroidi e l'impotenza... la moglie trattata come una cretina... c'era qualcosa di sgradevole, sono cose che in ogni caso non si dicono così.
Tornato a casa lessi quindi (preso in biblioteca) il suo libro più famoso, quello per cui aveva vinto il premio. In breve, è la storia di uno che da giovane era della Fgci (ma nel modo più stupido possibile) ma che crescendo scopre i vantaggi dell'essere un po' scorretti, sgarbati, zozzoni, ma - secondo un abusato luogo comune nazionale – all'italiana, e quindi “vitali”.
Alla base c'è l'idea – totalmente impolitica e indimostrata – dei comunisti come forza “pulita”, pura, precisina, migliore del zozzume altrui: ma sarebbe bastata qualche semplice nozione di storia e geografia, bastava andare al di là del confine, in Romania o Ungheria, o conoscere qualche assessore comunista ai lavori pubblici di qualche piccolo comune, per rendersi conto che non era così. Tant'è. Se si parte da un'idea sbagliata, è facile cadere nell'errore opposto (l'elogio degli “impuri”).
L'altro suo obiettivo polemico è il Movimento, descritto in modo macchiettistico come settario (perché i genitori di una ragazza che gli piaceva non avevano piacere che la frequentasse, lui ritiene perché non abbastanza compagno – ma magari non piaceva per altri motivi?), filobrigatista (ma solo l'Autonomia la pensava così, il movimento ha sempre avuto una posizione diversa, magari ambigua ma non di sostegno), lontana dal sentire comune (sempre la stessa ragazza rifiuta il suo Snoopy di peluche impacchettato nella carta rosa per San Valentino – ma in quegli anni quella festa veniva giudicata di cattivo gusto praticamente da tutti).
Si aggiungono poi varie sgradevolezze tipo il vantarsi di avere scopato la ragazza del capitano della squadra avversaria, l'esaltazione dell'abolizione della scala mobile che avrebbe risanato l'economia (si sa benissimo che invece è stata l'esplosione del debito pubblico – e gli operai ci hanno perso in potere di acquisto) o del condono che permette di sistemare la stanza della figlia, o altro (con questo gusto diciamo così dell'”affresco storico”).
Insomma aveva ragione la proprietaria della casa in montagna (è un coglione).
Sorge però una domanda: ma davvero dopo aver letto un libro del genere, le ragazze non vedono l'ora di scoparselo? Davvero si fanno attizzare da questa roba? Anche attingendo al massimo della misoginia faccio fatica a crederlo. E ancora: come ha fatto a vincere il prestigioso premio letterario? È il meglio che si riesce ad offrire? Siamo messi male.




















(c'è ovviamente anche una possibile spiegazione dietrologica. Quello aveva scritto anche la sceneggiatura del film di Nanni Moretti Il Caimano, quello contro Berlusconi. E in epoca di patti del Nazareno, di accordi fra Renzi e B., guarda caso proprietario della casa editrice Einaudi, non si è vista l'ora di pubblicare questo sordido mea culpa, in cui i comunisti appaiono come dei cretini e i berlusconiani vitali: a sancire la resa, insomma. E a pensare male si fa peccato, certo – ma ci si azzecca)

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