giovedì 29 dicembre 2022

(Twin Peaks)

All'inizio degli anni '80 Lynch prese un po' il posto di Wim Wenders nel cuore dei cinefili: più postmoderno, più americano: ma sempre sufficientemente misterioso e quindi va da sé artistico.
Ma al di là dello svolgimento finale forse un po' ridicolo (il padre indemoniato), la cifra dei vari episodi, delle singole vicende, dei dettagli più illuminanti di questo telefilm - ma anche di "Cuore Selvaggio" e “Mulholland Drive” (il film invece è orrendo) - è nella rappresentazione di un mondo dove Dio è assente, e c'è solo il diavolo - c'è solo l'irrimediabilità del male, il suo fascino, il suo dolore.
Lynch è nichilista senza essere lagnoso o fanatico; è drammatico e comico - orrendamente comico - allo stesso tempo; sciatto e "nazionalpopolare", ma anche raffinato ed elitario, nel senso di portatore di sentimenti e visioni del mondo difficili da rappresentare, o comunque non già appartenenti all'insieme dei luoghi comuni; anche se i suoi mezzi espressivi sono basati sull'uso dei luoghi comuni (che non è però assolutamente camp come molti l' intendono = fascino del Kitsch).
Esempi di demoniaco in Lynch: presenza degli storpi, dei mutilati. Autorappresentazione di sé come sordo, sempre qualche secondo in ritardo. L'impotenza di Cooper che sa che sta per avvenire qualcosa, ma non capisce dove, e non può intervenire. Leo immobilizzato e deriso. Nadine orba e pazza, ecc. (i dannati). Beffa: le scene in televisione nelle stanze dove avvengono tragedie; scene riprese quasi casualmente, con la telecamera che si attarda su immagini che sono spesso la parodia di quanto è appena avvenuto. Icone della malinconia: le fronde degli alberi scosse dal vento, la tenda di velluto rossa, la cascata, le fiamme enormi di "Cuore Selvaggio". Fantasmi masochisti: la ragazza mascherata che dovrebbe prostituirsi con un cliente che è suo padre (oltre ovviamente al masochismo di Laura Palmer). I dettagli sono molti di più, quasi continui, mai ossessivi; l' immagine complessiva è di uomini in balìa di forze regressive che non riescono a dominare; che possono solo comunicare, attraverso una macchina, a una persona che non c'è mai.



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