lunedì 24 ottobre 2022

Storia del dottor Faust (ben noto mago e negromante)

di Johann Spies


È la storia a cui si sono ispirati Marlowe, Goethe, Puškin e Thomas Mann: un dotto che vende l'anima al diavolo per conquistare il mondo.

Il nome deriva probabilmente dal Doctor Faustus, vale a dire l'appellativo con cui era noto quello che negli Atti degli Apostoli è chiamato Simon Mago, ovvero uno gnostico che finisce male, incapace di mantenere i miracoli promessi (Doctor Angelicus era invece l'appellativo di San Tommaso d'Aquino, per dire, mentre Doctor Subtilis era Duns Scoto, e via così). E c'è chi sostiene che sia proprio la gnosi la religione nascosta che guida la modernità: sì, perché con la sua idea del dio nascosto, che l'uomo cerca di raggiungere, c'è l'idea di migliorare il mondo, di farne un'immagine del paradiso – idea che non piaceva per niente ai protestanti più austeri, con la loro idea della salvezza solo per grazia. E infatti nel libro Faust muore (e va all'inferno) imprecando: “Ach! Vernunft und Freier Will!”, ovvero: Ahi! Ragione e Libero Arbitrio, dove mi avete portato!

E quindi si vede che paradossalmente la religione cattolica (che spesso viene accusata di oscurantismo e arretratezza) in realtà fosse più “moderna” (come l'intendiamo noi) del determinismo protestante. Che invece è all'origine del capitalismo, perché? Perché la predestinazione (il destino umano è nella mente di Dio) libera dai sensi di colpa nei confronti di chi non ce la fa: se uno è ricco è ricco, Dio ha voluto così, se uno è povero idem, questi sono gli imperscrutabili disegni divini e non ci possiamo fare niente, altro che costruire il paradiso in terra. Da qui si vede che anche il socialismo nasce da questa idea religiosa, dalla Vernunft und Freier Will.

Capita a volte di leggere sui giornali frasi del tipo: si stenta a crederlo, ma vi rendete conto che nel Seicento si facevano guerra per le diverse interpretazioni della Bibbia, assurdo. Assurdo un bel niente: in fondo, sotto altre forme, sono gli stessi motivi per cui ci facciamo la guerra adesso.



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