venerdì 21 gennaio 2022

Singapore

Era il centro nevralgico delle rotti commerciali inglesi in Estremo Oriente, una piazzaforte strategica ben munita e imprendibile. 
Quando fu attaccata di sorpresa dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale (erano passati silenziosamente per la giungla attaccando via terra, e non dal mare o dal cielo come si aspettavano gli inglesi), Churchill non distolse preziose risorse da altri fronti più importanti, giudicando pubblicamente che nella peggiore delle ipotesi almeno sei mesi avrebbero resistito. Il mercoledì successivo Singapore si arrese. E il problema vero dei giapponesi vincitori fu il non farsi vedere bene dagli inglesi sconfitti, perché erano meno della metà (30-40.000 giapponesi contro 100-120.000 inglesi, che lo capirono solo dopo essere stati messi ben bene in guardina). 
L'effetto della caduta fu devastante per l'immagine dell'Impero Britannico. Come, l'esercito che tanto aveva spaventato e sottomesso i nativi, cedeva così? Ai musi gialli? Non è che li avevano sottovalutati, per razzismo, come sempre? Non è che allora non erano così invincibili come facevano credere? Non è anzi che magari stanno sottovalutando anche noi? 
Per milioni di birmani, indiani, pachistani, malesi, fu il segnale. Altro che solidarietà coloniale, era il terrore dell'esercito che li aveva tenuti fermi finora, ed ecco quello che si erano dimostrati: una tigre di carta (tanto per usare una famosa espressione successiva...). 
Finita la guerra, gli inglesi catturarono il generale giapponese che li aveva così clamorosamente sconfitti, Tomoyuki Yamashita, e lo impiccarono (addebitandogli delle peraltro mai ben dimostrate accuse di crimini contro l'umanità... vabbe', qualcosa si dovevano inventare, in verità era per vendicarsi dello smacco subito, vigliacconi...). 
Ma oramai il via era stato dato. E se non ci fossero state le legnate ricevute dai giapponesi (e le armate di Stalin aggiungerei...) col cavolo se lo mollavano l'Impero, gli inglesi! E Gandhi, con tutto il suo pacifismo, sarebbe ancora lì con l'arcolaio, ad attendere (tra l'altro quella di scivolare inavvertitamente nella giungla senza farsi vedere è stata anche la tattica usata dai Viet Minh di Giap a Dien Bien Phu, i francesi non avevano imparato niente nel frattempo). E come diceva sempre Churchill, la guerra sarà anche brutta: ma è sincera.




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