Il re di Francia, sceso fino a Roma indisturbato, se ne tornava a casa lungo l'Appennino, carico di
tesori rubati.
Questa era una vera onta, un disonore per gli italiani che, disuniti, avevano permesso una cosa simile! Era ora di cambiare, di far vedere chi siamo, e chissà! forse sarebbe stata anche l'occasione per superare le storiche rivalità, mettere da parte gli interessi particolari, iniziare a pensarci come una Nazione, pensare di unire l'Italia in un unica Patria come facevano gli altri paesi europei, si dicevano ad esempio Guicciardini e Machiavelli, che tutti e due avevano la sensazione che fosse finalmente giunta la volta buona, per sviluppare un rango politico degno della ricchezza, della sapienza, della capacità del Paese!
Venne quindi formato un esercito italiano, costituito dai rappresentanti di tutte le diverse potenze locali, per fermare e punire il re una volta uscito dalle montagne, allo sbocco sulla pianura padana, a Fornovo: a perenne monito di chi avrebbe osato ritentarci. A capo dell'esercito venne messo un Gonzaga, il migliore degli strateghi, che concepì un piano ambizioso, raffinato, mai visto: la fanteria avrebbe proceduto a una serie di finte, la cavalleria avrebbe colpito a sorpresa dove meno il nemico lo aspettava, e via così - si sarebbe passati alla Storia.
Solo, quella notte piovve. E la cavalleria non riuscì a risalire quella china inaspettata, perché resa viscida dal fango. E la fanteria si confuse, fra finte e controfinte. E i mercenari comunque coinvolti pensavano solo al bottino.
E il Re di Francia passò, illeso o quasi: e se ne tornò in patria.
Machiavelli e Guicciardini si abbracciarono piangendo sotto la pioggia mentre l'esercito si ritirava, un'occasione del genere non si presenterà più, anzi peggio, tutti adesso capiranno che non ci sappiamo difendere, oramai è finita, non avverrà mai più.
Questa era una vera onta, un disonore per gli italiani che, disuniti, avevano permesso una cosa simile! Era ora di cambiare, di far vedere chi siamo, e chissà! forse sarebbe stata anche l'occasione per superare le storiche rivalità, mettere da parte gli interessi particolari, iniziare a pensarci come una Nazione, pensare di unire l'Italia in un unica Patria come facevano gli altri paesi europei, si dicevano ad esempio Guicciardini e Machiavelli, che tutti e due avevano la sensazione che fosse finalmente giunta la volta buona, per sviluppare un rango politico degno della ricchezza, della sapienza, della capacità del Paese!
Venne quindi formato un esercito italiano, costituito dai rappresentanti di tutte le diverse potenze locali, per fermare e punire il re una volta uscito dalle montagne, allo sbocco sulla pianura padana, a Fornovo: a perenne monito di chi avrebbe osato ritentarci. A capo dell'esercito venne messo un Gonzaga, il migliore degli strateghi, che concepì un piano ambizioso, raffinato, mai visto: la fanteria avrebbe proceduto a una serie di finte, la cavalleria avrebbe colpito a sorpresa dove meno il nemico lo aspettava, e via così - si sarebbe passati alla Storia.
Solo, quella notte piovve. E la cavalleria non riuscì a risalire quella china inaspettata, perché resa viscida dal fango. E la fanteria si confuse, fra finte e controfinte. E i mercenari comunque coinvolti pensavano solo al bottino.
E il Re di Francia passò, illeso o quasi: e se ne tornò in patria.
Machiavelli e Guicciardini si abbracciarono piangendo sotto la pioggia mentre l'esercito si ritirava, un'occasione del genere non si presenterà più, anzi peggio, tutti adesso capiranno che non ci sappiamo difendere, oramai è finita, non avverrà mai più.
[l'8 settembre in confronto è una bazzecola. Ma la Battaglia di Fornovo stranamente a scuola non la si studia mai...]
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