domenica 2 maggio 2021

Nel tempio Shinto, ci si può affacciare uno alla volta verso l'edificio nel quale, dietro a una tenda, sta qualcosa che richiama una divinità (che non si sa cos'è). Si getta un'offerta, si battono le mani due volte sopra la testa, il suono schiocca forte nella corte. Fra i frequentatori ci sono giovani donne in carriera, ragazzi, professionisti in giacca e cravatta.
Attorno al tempio ci sono alberi, fiori, laghetti pieni di pesci colorati e cascatelle che ricordano quelle di montagna – ma è tutto fatto e mantenuto nel tempo come se.
Prima di entrare nel recinto, ci si sciacqua le mani con un mestolo che pesca nell'acqua corrente.
Nel bosco sotto gli alberi all'intorno, statue di Buddha in legno si infradiciscono lentamente, si coprono di muschio e tornano lentamente alla natura.
Sulla scalinata che porta al tempio Zen, chi sta per entrare dà un colpo alla campana. Così, nel bosco, il suono della campana annuncia la gente che arriva: un tocco solitario, è quasi vuoto; una serie di tocchi, tanta gente sta arrivando.
Nel recinto, all'esterno, un braciere fumoso su cui si passano le mani.
Dentro il tempio di legno, un monaco prega seduto per terra davanti a un fuoco furioso, alto più di due metri, che rugge, scalda e affumica tutta la stanza.
Uscendo dal tempio, si scrivono su tavolette di legno i propri desideri, che poi vengono appesi a un graticcio dove tutto sbattono leggermente nel vento. Il suono di centinaia di tavolette oscillanti nel vento è quello dei nostri desideri che se ne vanno.














[e poi parlano di performance artistiche!]

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