venerdì 9 aprile 2021

Vigliacconi.

Bruno Seghetti (uno dei brigatisti che rapì Moro) dovette insistere molto per convincere un suo amico – che aveva smesso di fare politica, ma era molto capace – a partecipare anche lui al rapimento. Ci mise più di un anno a convincerlo, l'altro aveva messo su famiglia, un lavoro. E durante il rapimento quello si rese conto che non era quella la sua vita, e chiese di abbandonare l'organizzazione – cosa che avvenne senza problemi. Tornò quindi alla sua vita normale.
Dieci anni dopo, venne alla fine sospettato. Ci fu il processo, ma le prove erano scarsine; a un certo punto però ammise le sue colpe perché gli avevano ventilato un perdono giudiziario, che non avvenne. In carcere morì improvvisamente, forse a seguito di un pestaggio.
Seghetti, che era già fuori in libertà vigilata, chiese di poter partecipare al suo funerale. Il permesso gli venne negato. Ci andò lo stesso, glielo doveva, era tutta colpa sua se era morto e la sua vita rovinata, era un suo amico e l'aveva convinto lui. I giudici gli hanno quindi revocato la libertà vigilata e per questo adesso è l'unico (o uno dei pochi) brigatisti ancora in prigione.
Be', vigliaccone lo Stato italiano.



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