Un gruppo di persone in mezzo a una grande folla di spettatori in festa, strappa la statua di un mercante di schiavi dal piedistallo e la butta nel fiume.
Qualcuno la chiama cancel culture. Io dico che una rappresentazione artistica di simile risonanza mondiale, collettiva e anonima, su un tema così sensibile, non si era mai vista.
Altro che quelle banalità che si vedono in Biennale.
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