lunedì 13 dicembre 2010

Felicità - nella realtà.

Prima c’è stato un lungo periodo in cui si leggevano libri e giornali, si parlava solo con quelli che si conosceva, andavi ai collettivi e alle assemblee e dicevi che eri di sinistra. Poi un giorno ti sei messo veramente a fare politica ed è stato tutto diverso, un gruppo di gente in relazione, una situazione in movimento.
E anche sul lavoro: per un lungo periodo studi, ti informi, valuti, leggi. Guardi e commenti i lavori degli altri. Poi improvvisamente il lavoro vero e importante in cui si decide è un’altra cosa, più fluido e in continuo cambiamento.
E quando ti prepari per andare in montagna, ci si informa e si organizza bene l’itinerario, ci si sveglia presto, si raccoglie tutta la roba: e poi il bello è perdersi nei boschi, si cammina nella nebbia o si sbuca all’improvviso in cima su un grande panorama. E quando pensi a un disegno da fare, e poi veramente lo fai senza pensare a niente. E quando ti piace una ragazza, per tanto tempo la vedi da lontano, ti immagini, la cerchi: e come è diverso quando poi finalmente la abbracci.
Insomma non conta solo quello che si vuole fare, ma neanche solo il lasciarsi andare; il bello è l’incontro fra una volontà e l’abbandono.

Nessun commento:

Posta un commento