giovedì 2 settembre 2010

Castello Sforzesco

In quell’angolo un po’ appartato del cortile del Castello, dove sono riportati i resti di tombe antiche e di case rinascimentali demolite, quando eravamo piccoli (due o tre anni, prima di andare all’asilo) era dove arrivavamo nelle giornate di sole per stare un po’ all’aperto.
La mamma si sedeva a leggere su una delle panche di grossa pietra rosa di Verona. Io e mia sorella più grande (di un anno) giocavamo sulle tombe che sembravano delle casette, come quella di Snoopy; la mamma leggeva, era giovane allora (lavorava, c’erano tante cose davanti). Vicino, la fontanella dove andare a bere.
Sono passato di lì l’altro giorno andando dall’ufficio a un appuntamento. La luce radente del sole illuminava le panche e i reperti a forma di casetta. Non c’era nessuno lì (la panca vuota, le tombe deserte).

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