Già, perché “causa” del declino? Perché la struttura, il radicamento, la pervasività se certo hanno consolidato e reso stabile nel tempo la cultura di sinistra nella società italiana, dall’altro l’ha resa anche più conformista, più incapace di guardare le cose, più in difficoltà a trovare soluzioni. La sinistra è stata mainstream per troppo tempo. I luoghi comuni sono di sinistra. Le banalità sono di sinistra, i comici sono di sinistra, le canzonette sono di sinistra (per mestiere leggo piani regolatori, e quindi ho un po’ il dente avvelenato: quanti processi partecipativi, quanto sviluppo economico – di solito, di tipo innovativo – solo sulla carta, quanti incentivi a risparmiare l’acqua in comuni che invece ne sono intrisi – sì, ma nel Sahel manca. Ma cosa c’entra?). E questo confortarsi a vicenda nell’ossessiva ripetizione di luoghi comuni ha portato a non vedere più la realtà, da troppo tempo.
Cito alla rinfusa:
- la politica della “minimum tax” poi confluita in forma poco più raffinata negli studi di settore: ma non lo vedevano quante partite iva erano in realtà precari? Tutte le persone che conosco erano così, mica evasori. E si fanno i provvedimenti contro i precari?
- le case popolari: non si fanno più da decenni, è considerato superato e troppo di sinistra, il mantra è che “bisogna pensare a chi non ha i soldi per il mercato libero, ma neanche i requisiti per le case popolari” (come se fosse scontato che chi i requisiti li ha, la casa la ottenga: cosa del tutto falsa, ci sono i dati a dimostrarlo, le liste di domande inevase, la demografia, ma se non volete guardare i dati, non vedete almeno quanti non riescono a trovare casa? I vostri amici, i figli dei vostri amici? Tutto a posto? E poi, non vi rendete conto che se volete l’integrazione degli immigrati avreste dovuto fare molte più case popolari, non meno? Che se le case vanno tutte agli immigrati prima o poi li odieranno?). E’ andata a finire che la casa è diventata un tema di destra, costruiscono sulle aree a verde e danno grassi incentivi volumetrici agli operatori con questa scusa, e amen. Ma perché questo atteggiamento? Per ingraziarsi la classe media, certo, per ingraziarsi il blocco edilizio, anche (chissà come saranno riconoscenti), per finto modernismo, ma anche perché molto personale politico di sinistra lavora nelle cooperative, ci vive, e quindi l’edilizia convenzionata è una maniera di guadagnarsi il pane. Ma questa commistione fra scelte politiche e interessi personali è alla fonte di altri grossi errori e pasticci, ad esempio
- nella cultura: tanti professori universitari sono lì per motivi politici, e soprattutto troppi professori universitari di sinistra sono disponibili a fare la “foglia di fico” progressista per qualche iniziativa un po’ azzardata. Quando si deve mandare avanti qualcosa di un po’ spregiudicato, il vecchio trucco sempre valido è: chiamare un professore di sinistra, dargli un incarico, il lavoro metterlo nel cassetto... e tutte le possibili polemiche si placheranno
- un altro grande pasticcio è quello di tangentopoli. Prima si sono presentati come gli “unici onesti” (! - ma quando mai?), poi hanno sprecato l’unica occasione di rimettere a posto la vita pubblica nazionale, anzi si sono dati da fare attivamente per ripristinare il potere dei partiti – anche nelle forma più meschine - attraverso riforme tagliate su misura delle esigenze degli amministratori (non da ultimo ahimè alcune sciagurate Bassanini: il grande potere dato alle giunte, che non vengono elette da nessuno, mentre eleggiamo sindaci e consigli privi di potere; la conferenza di servizi passata da uno stolto unanimismo a una ridicola maggioranza – pesare i voti, no? ci saranno bene valutazioni più importanti di altre; l’abolizione del voto di preferenza, che ha portato alle liste bloccate... ma sarebbe un discorso lungo)
- la continua litigiosità interna e sfiducia reciproca (fra riformisti e massimalisti, apocalittici e integrati, pentiti e irriducibili...)
- il bolso nazionalismo; che è sia abbandono di una visione di respiro internazionale, sia negazione delle differenze reali fra zone diverse per tradizioni, mentalità, tessuto produttivo (tante cose)
- la difesa dei fannulloni nel pubblico impiego. Questa poi è una vera follia: fai pagare montagne di tasse, ma poi butti via i soldi, e offri servizi da schifo ai più poveri. Ma è un bacino elettorale, certo...
Si potrebbe continuare a lungo, impietosamente. Ma questi sono dettagli, espressioni di un problema più grande, che è la cecità di fronte ai fatti (e il curare solo il proprio orticello). Non si vuole guardare la realtà, perché se ne ha paura; perché è diversa da quella che ci si aspettava. Non c’è più ottimismo, perché l’immagine della giusta battaglia è stata uccisa dalla lotta armata; e il principio di piacere senza limiti è stato ucciso dall'eroina. Non c’erano abbastanza anticorpi, ecco cosa; ed è da lì che bisogna continuare a ragionare. Perché senza battaglia e senza piacere non c’è emancipazione.
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