mercoledì 16 settembre 2009

Vicende pessime

Al mio liceo c'era uno di quelli che hanno ucciso - , un noto giornalista.

Figlio di un famoso critico cinematografico, me lo ricordo che leggeva un comunicato ultraestremistico in assemblea, le mani tremanti, la voce meccanica, lo sguardo fisso. Non se lo filava nessuno. Anni dopo, una che lo frequentava in qual periodo mi diceva: quel ragazzo... non ho mai conosciuto nessuno con tanta rabbia dentro. E perché mai, poi?

L'altro, che faceva più il capetto, andava invece all'altro liceo classico vicino. Aveva circa la mia età, eppure quando è stato preso è venuto fuori che aveva avuto contatti con quasi tutte le persone importanti a livello nazionale di quell'area più o meno a cavallo fra gruppi estremisti, prototerroristi, illegali. Sapeva veramente un sacco di cose e di retroscena... (così giovane).

Hanno tentato anche di coinvolgere i vari ginnasiali scapestrati della mia scuola che giravano attorno a Lotta Continua, quelli che si mostravano più gagliardi e spregiudicati. Uno dei responsabili del collettivo ha cercato di opporsi in tutti i modi, impedendo di vendere la loro rivista, battendosi contro l'uso delle pistole, con continue prediche e ramanzine. Un giorno l'hanno aspettato in un angolo poco frequentato di una casa occupata, e l'hanno picchiato (ma nessuno di quei ginnasiali scapestrati è finito con loro). Questo mio amico poi non ha avuto molto successo, adesso si arrabatta con lavoretti, vive in periferia, un po' tira a campare.

Quello che era al mio liceo era fidanzato con la figlia di uno scrittore milanese. L'altro invece aveva avuto una vicenda amorosa con una ragazza che conoscevo. Ad una festa, le due ex fidanzate chiacchieravano fra loro: ma dove sono finiti quei due? Mah... non si fanno più vedere in giro... stanno cercando di entrare nelle BR.

E così una mattina, sull'asfalto bagnato di una viettina dietro il parco, l'hanno fatto. Hanno ammazzato un uomo.

L'avevano fatto per dimostrare di essere degni di entrare nelle Brigate Rosse. Per lo stesso motivo, qualche tempo dopo, durante una rapina, un altro aspirante terrorista ha fatto sdraiare a terra una guardia giurata, un poveraccio che non c'entrava niente, e gli ha sparato un colpo alla nuca. A freddo, solo per dimostrare di cosa era capace, e che non aveva paura di bruciarsi.

Tempo due mesi dall'arresto, il capo si è pentito, ha denunciato tutte le sue ex fidanzate (anche per scemenze, per una maglietta rubata nel supermercato, per un sasso tirato contro la polizia) e subito dopo è uscito di prigione. Adesso è diventato ciellino, tiene una cartoleria per studenti universitari della Cattolica, ogni tanto mi capita di passare di lì. Il noto scrittore milanese, il padre di quella ragazza, qualche tempo fa sui giornali dichiarava: certo che si rimpiangono un po' quei tempi della passione civile! C'era fermento di idee, di prospettive! Adesso non c'è più voglia di dibattito, non c'è più cultura, questa è diventata una città un po' smorta (meno male).

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