Il ventre della balena (Bompiani)
E’ un libro di saggi bellissimi: chiari, appassionati, intelligenti e non scontati; su tanti argomenti, a testimonianza dei diversi interessi dell’autore, politici, letterari, di vita personale: di un articolato rapporto con le cose.
Secondo Nabokov, questo è un difetto, e in 1984 si sentirebbe troppo il peso delle idee dell’autore.
E forse non è stato un grande scrittore, ma altre cose ce lo rendono simpatico.
Aveva un posto sicuro alla BBC (programmi di letteratura inglese per ascoltatori indiani): ma si dimise, a loro perché mai dovrebbe interessare? Si ritirò quindi su un’isoletta (come aveva sempre pensato di fare) e riuscì a scrivere appunto un grande libro come 1984 poco prima di morire (era ancora abbastanza giovane, neanche cinquant’anni).
E si potrebbe tentare un interessante confronto fra Omaggio alla Catalogna e Per chi suona la campana, per capire quale dei due autori è un fanfarone. Orwell andò volontario nella guerra civile spagnola, a sparare ai fascisti e a prenderle dagli stalinisti; l’altro, aggregato alle truppe americane, il D-day rimase ben nascosto in una nave molto al largo senza partecipare allo sbarco (dove andò invece Robert Capa) perché aveva paura. Scriveva invece coloriti resoconti giornalistici.
lunedì 21 settembre 2009
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