martedì 4 novembre 2025

Tradizione, usanze e conservatorismo.

Tradizione è quando si continua a fare una cosa da tantissimo tempo, non si sa bene perché, non se ne vedono particolari vantaggi ma si sente che è importante e si sta meglio quando la si fa.
Ad esempio: seppellire i morti (anziché buttarli in mare o altro – come peraltro è avvenuto, ma per sfregio). Portargli dei fiori, scrivere una pietra con sopra il nome. A cosa serve? Non si sa, lo si fa e basta. Altro esempio: accendere delle luci nel giorno più corto dell'anno, un raggio di sole penetra nella grotta lunga e buia, nascerà un bimbo che salverà il mondo (non a caso Natale viene festeggiato più di Pasqua, anche dai non credenti – e non solo per i regali).

Usanza è quando si fanno certe cose da tempo immemorabile, perché lì si è accumulato un sapere che è meglio non perdere. Ad esempio i sentieri di montagna, che sono lì da millenni e che sono tuttora il percorso più rapido, più sicuro e più comodo fra un posto e l'altro (a piedi beninteso). Nei territori abbandonati i sentieri premuti da migliaia di piedi per migliaia di anni li trovi ancora lì, sotto il groviglio della vegetazione che gli è cresciuta sopra. O certi cibi, buoni, sani, poco costosi: e che si preparano da anni e anni.

Conservatorismo invece è quando non si vogliono cambiare le cose perché non si vogliono perdere i propri privilegi. Ad esempio: le donne devono restare a casa, come è sempre avvenuto (non è vero, hanno sempre lavorato: solo, a un certo punto le hanno tenute a casa notoriamente per controllarle meglio e non farle scappare).
Oppure: ripristiniamo il Columbus Day come si è sempre fatto, e aboliamo il giorno per i nativi americani.
Questo però non è tradizionalismo. Questo è un bieco, abbietto e lurido tentativo di ripristinare vecchie idee e vecchi privilegi. Non facciamo confusione - e chiamiamo le cose con il loro nome, please.


sabato 25 ottobre 2025

Drammi shakespeariani moderni

Figlio di Agnelli vestito di tutto punto con il cappotto e la sciarpa della Juventus al collo trovato addormentato sul letto dai domestici. Il padre aveva promesso di portarlo a vedere la partita, ma poi si era dimenticato di lui ed era andato allo stadio da solo (anni dopo il ragazzo si buttò giù da un ponte).

Riporta a casa tuo fratello. Detto in un angolo da parte dalla mamma di Reinhold Messner mentre stava per partire per il Nanga Parbat con il fratello Günther. La mamma sapeva chi era il più forte e chi rischiava. E Günther non tornò (Reinhold tornò molte volte su quella montagna fino a quando non trovò almeno dei resti da portare a casa).


venerdì 24 ottobre 2025

La cancel culture non esiste

nel senso che è un'invenzione della destra, che si è creata un feticcio di proibizioni ridicole (spesso inventate di sana pianta) o di modi di dire messi all'indice.
Mentre invece quello che veramente temono è la cultura woke, ovvero di chi è svegliato e ha scoperto aspetti della storia che non sono proprio lusinghieri nei confronti dei vincitori e dei potenti. Come quando si scopre che il beneamato padre dei popoli era in realtà un sanguinario dittatore: le sue statue vengono abbattute, ma è una cancellazione o un risveglio? Idem per il benefattore dei poverelli che era in realtà un mercante di schiavi, eccetera eccetera. E questo non è contro la tradizione (anzi), è contro il conservatorismo di chi vorrebbe mantenere i propri privilegi.
L'odio per la cultura woke insomma è odio per la cultura e basta.








venerdì 12 settembre 2025

Non dimentichiamoci

Non dimentichiamoci che negli anni '30 nei paesi anglosassoni era molto diffusa la simpatia verso i regimi fascisti europei.
Non solo lo stesso Churchill ammirava Mussolini, ma la cosiddetta “debolezza” di Chamberlain nei confronti di Hitler era in realtà un nascosto desiderio che questo facesse fuori Stalin; allo scoppio della guerra poi lo stesso ministro Halifax (che avrebbe dovuto prendere il posto di Primo Ministro, ma per fortuna fu un altro) a dire all'ambasciatore italiano che l'Inghilterra era pronta ad arrendersi (per non parlare poi delle note simpatie per il nazismo di Edoardo VII e di sua moglie).
Negli Stati Uniti Henry Ford finanziò per anni il partito nazista tedesco. E anche il trasvolatore Lindbergh ne era un simpatizzante. Nell'Europa dell'Est Croazia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Slovacchia furono alleati di Hitler, così come i nazionalisti ucraini.
La guerra invece andò in un altro modo. E in Occidente vinse Roosevelt (di fatto un socialdemocratico) e in Inghilterra i laburisti alleati con i conservatori; gli imperi coloniali in qualche modo finirono e ci furono decenni sostanzialmente di pace, benessere diffuso, diritti civili (giusto i palestinesi non ebbero la loro libertà).
Ma a qualcuno evidentemente questo non piaceva. È da un bel po' di tempo allora che sono all'opera per ribaltare i risultati della guerra, magari con una bella Terza Guerra Mondiale in cui finalmente la Russia venga sconfitta (e magari si possa dire – come già fanno certi giornalisti – che il nazismo fu sconfitto con lo sbarco di Normandia, c'è davvero da ridere), i popoli coloniali tornino sottomessi a fornire le loro risorse, e come capo venga messo qualche miliardario immobiliarista con simpatie fasciste e belle ragazze al seguito (noi abbiamo iniziato dando l'esempio).
Quindi le parti si stanno facendo sempre più chiare: da una parte il mondo capitalista anglosassone, sempre più di destra e autoritario; dall'altra gli eredi del comunismo e le ex colonie (da capire come si posizionerà il mondo musulmano, ma di fronte al legame stretto fra gli anglosassoni e il regime nazionalista e assassino di Israele, difficile pensare a un legame con i primi – c'è da chiedersi se il conflitto non sia nato apposta).
E i progressisti americani ed europei? Silenti, a dire poco.
Ma chi grida sull'Ucraina e tace sui palestinesi, ha idea di come stanno andando le cose? (prima domanda). Seconda domanda: da che parte stanno? La Terza Via di Clinton e Blair è finita da un pezzo, non so se se ne sono accorti. E quindi prima o poi – come negli anni '30, come ha fatto Churchill - la domanda bisognerà porsela.

giovedì 11 settembre 2025

Montagne della memoria

un pianoro bagnato di neve che si scioglie circondato da pareti nere e altissime, una casermetta militare abbandonata sullo sfondo

una malga nella conca in cima alla vallata sotto il passo, risa di bimbetti che giocano e scappano appena mi vedono (sono timidi) ma poi mi accorgo che mi scrutano da una fessura delle assi di legno di un fienile (sono curiosi)

un sentiero poco battuto e in fondo un alpe abbandonata, i prati fra le case davanti alla valle aperta

un rifugio nascosto dietro un angolo di roccia davanti a un grande prato circondato da pareti

e tanti altri così. E mi sono sempre detto: dovrò tornare qui.

Ma la domanda è: dove? Ne ho viste tante, di montagne, e non mi ricordo più la valle, né cosa c'era prima, né dopo.


[restano le immagini nella mente]

mercoledì 10 settembre 2025

Le con d'Irène

ovvero La figa di Irene. Famoso libro erotico scritto (ma pubblicato anonimo) da un importante surrealista poi diventato icona culturale e letteraria della sinistra comunista francese.
In breve, Iréne è una giovane contadina ricca (o meglio, proprietaria di una fattoria) che si porta a letto allegramente i suoi dipendenti, senza innamorarsi mai, e senza badare se siano bravi sul lavoro o meno (basta che siano prestanti e stuzzicanti); magari licenziandoli poi il giorno dopo. Stessa cosa fa la mamma da quando gli è morto il marito, solo un po' più selettiva (devono anche lavorare bene). Sono le cape e fanno quello che vogliono. Assiste al tutto il vecchio nonno paralizzato, che non può più muoversi né parlare, compatito come “puro”, ma che farebbe volentieri l'
amore anche lui con la figlia e la nipote.
In una scena precedente il protagonista, senza lavoro e abbandonato dal suo grande amore, viene accompagnato da una prostituta in un bordello ad assistere attraverso un buco nel muro alle prodezze erotiche di un'altra prostituta, chiamata “la ninfomane”, che fa sesso con tre soldati contemporaneamente. E pensi che quando non è con gli uomini si tocca lì continuamente, anche mentre mangia. Ma lui poi non va con la prostituta che lo ha accompagnato, per paura di essere spiato lui stesso.
Insomma il nonno e il protagonista si somigliano molto. E Irène – dice – è quella che ha sostituito nella sua mente il grande amore perduto.
In altre parole, è il solito “la amavo ma era solo una gran zoccola”, detto però in modo elegante.
A dire il vero non ci vedo però niente di surrealista o di sinistra. E forse neanche di erotico.

mercoledì 20 agosto 2025

Addio al nubilato

Si doveva sposare il sabato successivo: il fidanzato era di famiglia storica milanese, diverse case in centro, bocconiano, prospettiva di bella carriera già avviata in una grande società. Anche lei era di buona famiglia, imprenditori da generazioni, grande villa con giardino affacciata sul lago di Como dove si stava organizzando la festa.
Lei era venuta al mare, io ero lì con sua sorella più piccola. Era venuta a trovare il suo vero amore, un ragazzo del posto conosciuto in spiaggia, con la barba, si erano chiusi in camera tre giorni a dirsi addio.
Eravamo al liceo, anni settanta, il sesso era ancora un po' un tabù. Ma tua mamma cosa direbbe se venisse a saperlo? Ah lei lo sa benissimo, ma non dice niente. È una cosa normale, capita spesso alle ragazze di buona famiglia. Poi passa.