È una
piccola valle svizzera al di qua dello spartiacque, fra Chiavenna e
il passo del Maloja; nota soprattutto per le belle montagne,
abbastanza ardite (la Nord-Est del Badile fino agli anni '30 era
considerata una parete impossibile) e le belle passeggiate. Ci sono
anche alcune frazioni, Soglio, Stampa. A Stampa è nato Alberto
Giacometti, lo scultore (quello degli omini magrissimi). Ma a Soglio
è cresciuto anche Giovanni
Florio, un importante umanista vissuto per lo più in Inghilterra fra
la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento.
Di famiglia italiana ma protestante, durante le guerre di religione i suoi si erano rifugiati in montagna per sfuggire alle persecuzioni, pur rimanendo in contatto con il mondo culturale del Nord Italia, Milano, Venezia, Verona... È il famoso paradosso alpino, per cui in passato spesso più si andava in alto più le persone erano colte – in pianura si rischiava troppo.
Comunque a un certo punto Giovanni Florio, la cui madre di cognome faceva Crollalanza, andò a Londra. Dove tradusse Montaigne in inglese. Dove scrisse poesie colte. Dove pubblicò un libro di modi di dire nuovi, molti tradotti direttamente dall'italiano; modi di dire che si ritrovano in molte opere di Shakespeare (fortemente influenzato, a detta dei critici, da Montaigne). Shakespeare che sembra conoscere bene Venezia e Verona, dove ambienta le sue opere in un modo ricco di dettagli. Che riprende la storia di Romeo e Giulietta da Matteo Bandello di Milano. E che riprende il cognome Montecchi da quello di Montecchio, dove si era rifugiato il nobile che per primo scrisse quella storia – ma quell'inglese come faceva a sapere tutti questi particolari? Quell'inglese il cui unico scritto autografo che abbiamo è pieno di errori di ortografia? Che nel suo testamento lasciò una biblioteca composta da solo due o tre libri? Il cui cognome tradotto in italiano somiglia così tanto, ma così tanto, a Crollalanza, la mamma? Non è che era uno pseudonimo, un nom-de-plume a cui era costretto visto che gli italiani allora in Inghilterra non erano visti tanto bene? Insomma, non è che le opere di Shakespeare le ha scritte in realtà Giovanni Florio da Soglio in Val Bregaglia?
Molti lo pensano (il primo studio che sostiene questa tesi è degli anni Trenta) eppure se vai lì a Soglio a fare una passeggiata non c'è neanche una targa che lo ricordi.
Di famiglia italiana ma protestante, durante le guerre di religione i suoi si erano rifugiati in montagna per sfuggire alle persecuzioni, pur rimanendo in contatto con il mondo culturale del Nord Italia, Milano, Venezia, Verona... È il famoso paradosso alpino, per cui in passato spesso più si andava in alto più le persone erano colte – in pianura si rischiava troppo.
Comunque a un certo punto Giovanni Florio, la cui madre di cognome faceva Crollalanza, andò a Londra. Dove tradusse Montaigne in inglese. Dove scrisse poesie colte. Dove pubblicò un libro di modi di dire nuovi, molti tradotti direttamente dall'italiano; modi di dire che si ritrovano in molte opere di Shakespeare (fortemente influenzato, a detta dei critici, da Montaigne). Shakespeare che sembra conoscere bene Venezia e Verona, dove ambienta le sue opere in un modo ricco di dettagli. Che riprende la storia di Romeo e Giulietta da Matteo Bandello di Milano. E che riprende il cognome Montecchi da quello di Montecchio, dove si era rifugiato il nobile che per primo scrisse quella storia – ma quell'inglese come faceva a sapere tutti questi particolari? Quell'inglese il cui unico scritto autografo che abbiamo è pieno di errori di ortografia? Che nel suo testamento lasciò una biblioteca composta da solo due o tre libri? Il cui cognome tradotto in italiano somiglia così tanto, ma così tanto, a Crollalanza, la mamma? Non è che era uno pseudonimo, un nom-de-plume a cui era costretto visto che gli italiani allora in Inghilterra non erano visti tanto bene? Insomma, non è che le opere di Shakespeare le ha scritte in realtà Giovanni Florio da Soglio in Val Bregaglia?
Molti lo pensano (il primo studio che sostiene questa tesi è degli anni Trenta) eppure se vai lì a Soglio a fare una passeggiata non c'è neanche una targa che lo ricordi.
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