Adesso il porno è tutto o quasi
largamente disponibile su Internet. Un tempo non era così, e chi si
vergognava ad acquistare sottobanco le cosiddette riviste proibite
aveva l'alternativa delle
cosiddette “foto artistiche”. Ovvero libroni patinati dove
le ragazze apparivano in luci soffuse e ambientazioni bizzarre e
insomma si potevano vedergli le tette e il culo (e loro potevano
mostrarsi) senza troppi sensi di colpa.
All'inizio degli anni '80 una pornostar che si faceva chiamare Animalia si era specializzata – come appunto diceva il suo nom de plume – in sesso con animali. Quando scoppiò l'Aids, si iniziò a dire che una della possibili cause potessero essere proprio i contatti intimi con gli animali: e per questo lei era finita ai margini, anzi proprio ostracizzata, data come possibile veicolo di infezione. Rimase senza lavoro. Si sentiva ingiustamente attaccata e quindi a un certo punto decise di querelare una sua collega, per calunnia, per avere detto che lei se la faceva con gli animali. In Tribunale quella portò una foto dove Animalia scopava con un cane. Ma non sono foto pornografiche, si difese lei, sono foto artistiche! Perse, però. E da quel giorno non si poté più usare l'espressione “foto artistiche” senza riderne un po'.
All'inizio degli anni '80 una pornostar che si faceva chiamare Animalia si era specializzata – come appunto diceva il suo nom de plume – in sesso con animali. Quando scoppiò l'Aids, si iniziò a dire che una della possibili cause potessero essere proprio i contatti intimi con gli animali: e per questo lei era finita ai margini, anzi proprio ostracizzata, data come possibile veicolo di infezione. Rimase senza lavoro. Si sentiva ingiustamente attaccata e quindi a un certo punto decise di querelare una sua collega, per calunnia, per avere detto che lei se la faceva con gli animali. In Tribunale quella portò una foto dove Animalia scopava con un cane. Ma non sono foto pornografiche, si difese lei, sono foto artistiche! Perse, però. E da quel giorno non si poté più usare l'espressione “foto artistiche” senza riderne un po'.
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