martedì 7 maggio 2024

Ney.

Era anche lui di origini modeste (padre mastro bottaio). Iniziò giovanissimo come soldato semplice volontario, poi dopo qualche anno caporale, poi via via gradi sempre più alti, grazie al suo acume tattico e alle sue capacità combattive, fino a diventare Maresciallo di Francia, dove si distinse in varie situazioni difficili (come il passaggio della Beresina e diverse battaglie).
Dopo la prima abdicazione, divenne un importante capo militare dell'esercito regio. Ma durante i Cento giorni, abbandonò il re e si unì a Napoleone (che avrebbe dovuto arrestare). Dopo Waterloo, venne condannato a morte per tradimento - malgrado le pressioni contrarie dei generali lealisti e dello stesso Wellington - e fucilato.
Il luogo dell'esecuzione fu stranamente un angolo appartato dei Giardini di Luxembourg; nessuno vi assistette. Il corpo venne seppellito rapidamente, e la moglie (con cui c'era un forte legame) non partecipò ai funerali e non venne mai a visitare la tomba.
Anni dopo negli Stati Uniti qualcuno notò un maestro di scuola che parlava diverse lingue, esperto soprattutto di cose militari, che gli somigliava molto. Aveva le stesse cicatrici in faccia e all'esame degli esperti la stessa scrittura. Alla notizia della morte di Napoleone, svenne e poi cercò di ammazzarsi. Ogni tanto veniva qualcuno a trovarlo dalla Francia, e si richiudevano in una stanza dove parlavano fitto fitto: del suo paese; dove non fece mai più ritorno.


Nessun commento:

Posta un commento