È
tutta colpa di Semola (quello della Spada nella Roccia).
Da bambino ero esile, magrolino (però andavo bene a scuola). La cosa non piaceva a mio papà, che a Natale mi regalò degli attrezzi da ginnastica, i pesi, gli estensori, che all'inizio mi sorpresero e divertirono, poi un po' mi offesero.
Mi mandava anche in palestra, un posto buio, puzzolente di sudore (gli uomini si cambiavano negli spogliatoi gelidi e bagnati, con i vetri smerigliati alle finestre), poi c'era la palla medica (di cuoio, pesante), il cavallo (tutto consumato e deformato), le spalliere, le pertiche: sovraintendeva al tutto un siciliano di mezza età, grigio, sempre in completo giacca e cravatta, un po' spento.
Poi un giorno al cinema con la mamma, su quel grande schermo luminoso nella sala nera, Mago Merlino che dice a Semola: che te ne fai dei muscoli? Quelli lasciali a tuo fratello Caius, quello che conta è ciò che hai nella testa. E da lì si trasformano in pesci che nuotano nel fossato, e poi in uccelli, e volano in cielo.
Ecco! A cosa servivano i muscoli? E gli attrezzi da ginnastica finirono in un cassetto dell'armadio.
[tranne che poi, anni dopo, ci furono le ragazze a farmi capire che aveva ragione Caius, i muscoli servivano eccome, Merlino quella cosa lì non l'aveva detta bene... ma oramai era troppo tardi]Da bambino ero esile, magrolino (però andavo bene a scuola). La cosa non piaceva a mio papà, che a Natale mi regalò degli attrezzi da ginnastica, i pesi, gli estensori, che all'inizio mi sorpresero e divertirono, poi un po' mi offesero.
Mi mandava anche in palestra, un posto buio, puzzolente di sudore (gli uomini si cambiavano negli spogliatoi gelidi e bagnati, con i vetri smerigliati alle finestre), poi c'era la palla medica (di cuoio, pesante), il cavallo (tutto consumato e deformato), le spalliere, le pertiche: sovraintendeva al tutto un siciliano di mezza età, grigio, sempre in completo giacca e cravatta, un po' spento.
Poi un giorno al cinema con la mamma, su quel grande schermo luminoso nella sala nera, Mago Merlino che dice a Semola: che te ne fai dei muscoli? Quelli lasciali a tuo fratello Caius, quello che conta è ciò che hai nella testa. E da lì si trasformano in pesci che nuotano nel fossato, e poi in uccelli, e volano in cielo.
Ecco! A cosa servivano i muscoli? E gli attrezzi da ginnastica finirono in un cassetto dell'armadio.
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