I bisnonni di Gallarate erano molto poveri. Facevano i contadini, la terra era grama, lavoravano per altri. Finalmente, a prezzo di enormi sacrifici, erano riusciti a comprarsi un piccolo terreno, ci avevano fatto un orto. Tutte le domeniche andavano lì, e anche tutti i momenti liberi: a curarsi il loro orto, che finalmente gli dava quel qualcosina in più da mangiare per fuggire alla fame.
Venne il fascismo, le grandi opere. Una delle prime fu l'Autostrada Milano-Laghi, vanto del Regime, fra le prime del mondo. Che passò esattamente sul loro orto, lo espropriarono e ci costruirono sopra – restarono solo due triangolini ai due lati dell'autostrada, del tutto inutilizzabili. È grazie a questi triangolini che ho scoperto la vicenda (di cui non si parla volentieri in famiglia, troppa umiliazione): li abbiamo ereditati e qualcuno un giorno si è offerto di comprarli (a due lire, ovviamente). Ma ho come l'impressione che sia proprio questa storia all'origine dell'ostinato antifascismo di mio nonno.
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