Una volta era un po' il contrario. L'attenzione era concentrata tutta (anche ossessivamente) su chi non
ce la faceva, sull'ultimo della classe, sul disturbato,
sull'emarginato: su quelli insomma su cui sembrava che le promesse di
benessere della società non funzionassero: come mai stava ancora
male? Cos'è che non funzionava? Cosa si poteva fare per lui?
La svolta è stata con i tossicodipendenti. A un certo punto, dopo anni passati a compatirli, a cercare di capirli, ad aiutarli, senza ottenere un becco di niente; dopo anni di truffe, furti, bugie, piagnistei, carognate, eccetera eccetera... a un certo punto la reazione è stata: e basta! Non me ne frega più niente. Stai male? Cazzi tuoi (…e non è colpa mia – se le panchine sono piene – di gente che sta male... cantava quello). Vuoi prostituirti? Vuoi rubare? Fa' pure. Non posso farci niente. Muori pure – basta che non ti fai più vedere.
Poi sono stati i disagiati psichicamente, forza pensa positivo, su uno sforzo. Che lagna.
Poi sono stati gli sfortunati in amore, non trovi una che ti ami? Be', sarà anche colpa tua. Sarai anche bello dentro, gli altri sono belli fuori. La verità è che non gli piaci abbastanza, insomma sei uno sfigato, fattene una ragione. Poi sono stati gli operai: non guadagni nulla e fai un lavoro di merda? Be', è perché sei un perdente. E alle periferie chi ci pensa più, vale solo se se ne esce una strafiga che ce l'ha fatta, eppure viene dal Quartaccio, o uno che vince Sanremo eppure viene dal Gratosoglio, insomma è una cosa che un po' fa scena. Veniva da lì, eppure ce l'ha fatta. E gli altri? Evidentemente non ne sono stati capaci, sono degli sfigati.
E le riviste sono piene solo del loro contrario, di gente che sta bene, anzi benissimo: gente bella, sana, ricca, che vive in belle case, che si diverte, che ha superato brillantemente le difficoltà, che vince il campionato e anche la Champions. Gli altri non esistono più (se non per differenza e come monito: guarda cosa rischi!...).
Ma un tempo Dio non ci amava tutti? Cosa è successo?
La svolta è stata con i tossicodipendenti. A un certo punto, dopo anni passati a compatirli, a cercare di capirli, ad aiutarli, senza ottenere un becco di niente; dopo anni di truffe, furti, bugie, piagnistei, carognate, eccetera eccetera... a un certo punto la reazione è stata: e basta! Non me ne frega più niente. Stai male? Cazzi tuoi (…e non è colpa mia – se le panchine sono piene – di gente che sta male... cantava quello). Vuoi prostituirti? Vuoi rubare? Fa' pure. Non posso farci niente. Muori pure – basta che non ti fai più vedere.
Poi sono stati i disagiati psichicamente, forza pensa positivo, su uno sforzo. Che lagna.
Poi sono stati gli sfortunati in amore, non trovi una che ti ami? Be', sarà anche colpa tua. Sarai anche bello dentro, gli altri sono belli fuori. La verità è che non gli piaci abbastanza, insomma sei uno sfigato, fattene una ragione. Poi sono stati gli operai: non guadagni nulla e fai un lavoro di merda? Be', è perché sei un perdente. E alle periferie chi ci pensa più, vale solo se se ne esce una strafiga che ce l'ha fatta, eppure viene dal Quartaccio, o uno che vince Sanremo eppure viene dal Gratosoglio, insomma è una cosa che un po' fa scena. Veniva da lì, eppure ce l'ha fatta. E gli altri? Evidentemente non ne sono stati capaci, sono degli sfigati.
E le riviste sono piene solo del loro contrario, di gente che sta bene, anzi benissimo: gente bella, sana, ricca, che vive in belle case, che si diverte, che ha superato brillantemente le difficoltà, che vince il campionato e anche la Champions. Gli altri non esistono più (se non per differenza e come monito: guarda cosa rischi!...).
Ma un tempo Dio non ci amava tutti? Cosa è successo?
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