C'è una certa diffidenza nei confronti dei contemplativi. Cos'è questa storia che Maria viene preferita a Marta che si dà da fare? Cosa sono queste preferenze? Per quella fannullona, mangiapane a ufo? Per non parlare poi della nube dell'ignoranza, cosa ci vuoi trovare? E la Arendt non parla proprio di “Vita activa” per indicare cosa bisogna fare?
Eppure... Eppure – come dice ad esempio Meneghello (che in fondo è stato partigiano, poi professore in Inghilterra, poi scrittore... non esattamente un fannullone, insomma) – quando guardo il profilo del monte dietro casa, solo a guardarlo mi dà una grande pace nel cuore e non so perché. Forse perché ci si sente a casa. Si sente una vita dotata di senso. Come quando la vita contadina vedeva il passare delle stagioni negli stessi luoghi, e i cambiamenti erano solo disastrosi, le guerre, le carestie – mentre la vita quotidiana di chiunque, anche i più semplici, scorreva vicino alla divinità.
Nemici della contemplazione: intelligenza, fretta, desiderio. Ovvero tutto ciò che adesso ci piace.
(restano invece le immagini)
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