martedì 23 giugno 2020

Giapponesate


In una tradizione che risale all'antico shintoismo gli oggetti dei santuari, di solito una pietra o uno specchio, venivano investiti di una mistica segretezza. A Izumo, il più antico santuario shintoista del Giappone, l'oggetto è rimasto nascosto così tanto tempo che la sua identità è stata dimenticata: viene indicato semplicemente come ”l'Oggetto”. Presso il grande santuario di Ise, si sa che l'oggetto è uno specchio, ma nessuno vi ha mai posato gli occhi da almeno mille anni. Quando gli chiedevano di Ise, lo studioso di arte giapponese Chamberlain rispondeva: «Non c'è niente da vedere, e non te lo lascerebbero nemmeno vedere».

Quella sera ci fermammo al Kongō Sanmai-in, uno dei sotto-templi che offrono albergo a pellegrini e viaggiatori. Arrivammo ai nostri alloggi verso le quattro e mezza del pomeriggio. Uno dei monaci ci chiese se volevamo vedere il Buddha nella sala principale, ma eravamo tutti esausti. Cenammo presto, e me ne andai in camera mia a leggere e riposare un po'. La sera, mentre andavo in bagno, incrociai un monaco nel corridoio. «Buona sera», mi disse cordialmente. «Che fortuna per voi essere arrivati proprio oggi. Così avete avuto l'occasione di vedere il nostro grande Buddha dal potere divino».
«Veramente contavamo di vederlo domani» risposi io, ma il monaco scosse la testa. «Temo che non sarà possibile. Il Buddha di Sanma-in è un hibutsu. La altre statue di Koya ogni tanto vengono esposte, o anche date in prestito ad altri templi e musei. Ma questa non si è mai allontanata dalla montagna. Questa è la prima volta che è mai stata mostrata al pubblico. Si chiama 'hibutsu di cinquecento anni'. Le porte si sono chiuse alle cinque di oggi, e dovrete aspettare altri cinque secoli se volete vederla».

Nel 1467 a Kyōto scoppiò un conflitto tra clan rivali di samurai, che prese il nome di guerra di Ōnin. Nei tredici anni di caos che seguirono, la capitale fu interamente distrutta, e il risultato fu che a Kyoto sopravvive solo un numero ridottissimo di edifici anteriori a quella guerra. Una volta, nella casa del tè Kaika di Kyōto, conobbi un'anziana signora, e finimmo per parlare di antiquariato. «La mia famiglia possedeva una magnifica collezione di pezzi antichi» sospirò, «ma andarono tutti distrutti nell'ultima guerra». «Ma pensavo che Kyōto fosse stata risparmiata dai bombardamenti», cominciai a dire. Prima che potessi rivelare ulteriormente la mia ignoranza, il maestro di Kaika si accostò al mio orecchio e bisbigliò: «Per 'ultima guerra', intende la guerra di Ōnin».

(da La bellezza del Giappone segreto di Alex Kerr)

La creazione dei tumuli sutra (aforismi religiosi nb) era motivata dall'idea, che si diffuse nel periodo Heian di mezzo, che la Regola Buddhista sarebbe decaduta 2000 anni dopo la morte di Buddha. Una serie di disastri naturali e di torbidi sociali avvenne circa nel 1052 d.c., l'anno in cui si pensava che questo declino sarebbe iniziato, portando la gente a fare dei collegamenti. Si riteneva anche che la divinità Buddhista Maitreya sarebbe riapparsa in questo mondo dopo 5.670.000.000 anni (cinque miliardi di anni nb) e che il Buddhismo avrebbe ripreso a prosperare ancora. I tumuli sutra sono sostanzialmente capsule del tempo finalizzate a conservare i rotoli sutra fino all'arrivo di quell'era.

(da una didascalia del Museo nazionale di Tokyo)



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