In una tradizione che risale all'antico
shintoismo gli oggetti dei santuari, di solito una pietra o uno
specchio, venivano investiti di una mistica segretezza. A Izumo, il
più antico santuario shintoista del Giappone, l'oggetto è rimasto
nascosto così tanto tempo che la sua identità è stata dimenticata:
viene indicato semplicemente come ”l'Oggetto”. Presso il grande
santuario di Ise, si sa che l'oggetto è uno specchio, ma nessuno vi
ha mai posato gli occhi da
almeno mille anni. Quando gli chiedevano di Ise, lo studioso di arte
giapponese Chamberlain rispondeva: «Non
c'è niente da vedere, e non te lo lascerebbero nemmeno vedere».
Quella sera ci fermammo al Kongō
Sanmai-in, uno dei sotto-templi che offrono albergo a pellegrini e
viaggiatori. Arrivammo ai nostri alloggi verso le quattro e mezza del
pomeriggio. Uno dei monaci ci chiese se volevamo vedere il Buddha
nella sala principale, ma eravamo tutti esausti. Cenammo presto, e me
ne andai in camera mia a leggere e riposare un po'. La sera, mentre
andavo in bagno, incrociai un monaco nel corridoio. «Buona
sera», mi disse
cordialmente. «Che
fortuna per voi essere arrivati proprio oggi. Così avete avuto
l'occasione di vedere il nostro grande Buddha dal potere divino».
«Veramente
contavamo di vederlo domani»
risposi io, ma il monaco scosse la testa. «Temo
che non sarà possibile. Il Buddha di Sanma-in è un hibutsu.
La altre statue di Koya ogni tanto vengono esposte, o anche date in
prestito ad altri templi e musei. Ma questa non si è mai allontanata
dalla montagna. Questa è la prima volta che è mai stata mostrata al
pubblico. Si chiama 'hibutsu di cinquecento anni'. Le porte si
sono chiuse alle cinque di oggi, e dovrete aspettare
altri cinque secoli se volete vederla».
Nel 1467 a Kyōto
scoppiò un conflitto tra clan rivali di samurai, che prese il nome
di guerra di Ōnin. Nei
tredici anni di caos che seguirono, la capitale fu interamente
distrutta, e il risultato fu che a Kyoto sopravvive solo un numero
ridottissimo di edifici anteriori a quella guerra. Una volta, nella
casa del tè Kaika di Kyōto,
conobbi un'anziana signora, e finimmo per parlare di antiquariato.
«La mia famiglia
possedeva una magnifica collezione di pezzi antichi»
sospirò, «ma andarono
tutti distrutti nell'ultima guerra».
«Ma pensavo che Kyōto
fosse stata risparmiata dai bombardamenti»,
cominciai a dire. Prima che potessi rivelare ulteriormente la mia
ignoranza, il maestro di Kaika si accostò al mio orecchio e
bisbigliò: «Per 'ultima
guerra', intende la guerra di Ōnin».
(da La
bellezza del Giappone segreto di Alex Kerr)
La creazione dei
tumuli sutra (aforismi religiosi nb) era motivata dall'idea,
che si diffuse nel periodo Heian di mezzo, che la Regola Buddhista
sarebbe decaduta 2000 anni dopo la morte di Buddha. Una serie di
disastri naturali e di torbidi sociali avvenne circa nel 1052 d.c.,
l'anno in cui si pensava che questo declino sarebbe iniziato,
portando la gente a fare dei collegamenti. Si riteneva anche che la
divinità Buddhista Maitreya sarebbe riapparsa in questo mondo dopo
5.670.000.000 anni (cinque miliardi di anni nb) e che il
Buddhismo avrebbe ripreso a prosperare ancora. I tumuli sutra sono
sostanzialmente capsule del tempo finalizzate a conservare i rotoli
sutra fino all'arrivo di quell'era.
(da una didascalia del Museo
nazionale di Tokyo)
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