lunedì 9 marzo 2020

Censor


Poco dopo la metà degli anni '70 uscì questo libretto anonimo, sulla necessità di portare i comunisti al potere per salvare il capitalismo in Italia. Solo i comunisti hanno la forza poliziesca di fermare i movimenti, si argomentava.
Il libretto era firmato con lo pseudonimo “Censor” dietro cui, si diceva, si nascondeva Guido Carli, allora Governatore della Banca d'Italia, o addirittura Gianni Agnelli, l'Avvocato; e fu lodato per il suo realismo nientepopodimeno che da Andreotti e vari altri politici italiani.
Qualche mese dopo, la beffa! Il libretto era stato scritto da un situazionista, vale a dire tipo un anarchico, un appartenente a quel movimento che tanto aveva influito sul '68 e che si rifaceva a Guy Debord in Francia e a vari liguri e piemontesi tipo Pinot Gallizio in Italia. Il secondo libretto si intitolava “Prova dell'inesistenza di Censor”, e dimostrava che era stata solo una presa in giro, uno smascheramento del compromesso storico, dei legami fra i burocrati del PCI e il potere.
Il primo libretto (che si intitola “Rapporto veridico...”) è ancora reperibile in biblioteca, comprato evidentemente quando si riteneva fosse opera di un cinico ma lungimirante conservatore. Il secondo no.




Nessun commento:

Posta un commento