Poco dopo la metà degli anni '70 uscì
questo libretto anonimo, sulla necessità di portare i comunisti al
potere per salvare il capitalismo in Italia. Solo i comunisti hanno la forza
poliziesca di fermare i movimenti, si argomentava.
Il libretto era firmato con lo
pseudonimo “Censor” dietro cui, si diceva, si nascondeva Guido
Carli, allora Governatore della Banca d'Italia, o addirittura Gianni
Agnelli, l'Avvocato; e fu lodato per il suo realismo nientepopodimeno
che da Andreotti e vari altri politici italiani.
Qualche mese dopo, la beffa! Il
libretto era stato scritto da un situazionista, vale a dire tipo un
anarchico, un appartenente a quel movimento che tanto aveva influito
sul '68 e che si rifaceva a Guy Debord in Francia e a vari
liguri e piemontesi tipo Pinot Gallizio in Italia. Il secondo
libretto si intitolava “Prova dell'inesistenza di Censor”, e
dimostrava che era stata solo una presa in giro, uno smascheramento
del compromesso storico, dei legami fra i burocrati del PCI e il
potere.
Il primo libretto (che si intitola
“Rapporto veridico...”) è ancora reperibile in biblioteca,
comprato evidentemente quando si riteneva fosse opera di un cinico ma
lungimirante conservatore. Il secondo no.
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