martedì 23 luglio 2019

Böcklin (altro che i futuristi)


Pittore simbolista molto famoso a suo tempo, oggi un po' meno (va di più la linea impressionismo-espressionismo-astrattismo, ecc.). Un suo quadro, l'Isola dei morti, ispirato a vari paesaggi forse italiani (si dice il santuario del Sasso sul lago Maggiore o la tomba di Augusto...) era il quadro preferito di Hitler, che lo teneva nel suo studio (ne esistono peraltro diverse versioni); è poi citato più volte da De Chirico, in particolare  nell'Enigma dell'oracolo sembra ripresa figura di spalle di Odisseo e Calypso.
Ma la cosa interessante è che quando era in Italia aveva pensato di dedicarsi agli studi sul volo, e si era proposto di realizzare per primo un mezzo volante più pesante dell'aria, un aeroplano, insomma. Si era dedicato interamente a questo, investendo tutti i suoi risparmi (e quelli dei suoi amici) nella progettazione e realizzazione di un prototipo, che adesso era pronto per il primo volo di prova. L'aereo era lì, sulle colline di Firenze, e tutto era a posto. Sarebbe passato alla storia. Come Leonardo, più di Leonardo: non solo l'ideazione, ma anche la realizzazione, e il volo! Ma d'improvviso ecco che inizia ad alzarsi un forte vento: cambia il tempo, bufera in arrivo, le nuvole si addensano sempre più nere, non si può volare, un colpo di vento più forte solleva l'aereo, lo strappa dagli ormeggi, lo trascina via, finisce in un burrone: tutto distrutto, fine del sogno. Böcklin dovette tornare a dipingere, non aveva più soldi. Qualche anno dopo, i fratelli Wright avrebbero fatto il loro primo volo in America, e fine della storia. In Italia ci sono rimasti i fauni e i tritoni, i miti classici e gli enigmi – gli aeroplani altrove.
Altro che i futuristi! Questa è vera modernità: mica limitarsi ad esaltare il volo e la velocità: ma farlo (o almeno tentarci). 



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