Pittore simbolista molto famoso a suo
tempo, oggi un po' meno (va di più la linea
impressionismo-espressionismo-astrattismo, ecc.). Un suo quadro,
l'Isola dei morti, ispirato a vari paesaggi forse italiani (si dice
il santuario del Sasso sul lago Maggiore o la tomba di Augusto...)
era il quadro preferito di Hitler, che lo teneva nel suo studio (ne
esistono peraltro diverse versioni); è poi citato più volte da De
Chirico, in particolare nell'Enigma dell'oracolo sembra ripresa figura di spalle di Odisseo e Calypso.
Ma la cosa interessante è che quando
era in Italia aveva pensato di dedicarsi agli studi sul volo, e si
era proposto di realizzare per primo un mezzo volante più pesante
dell'aria, un aeroplano, insomma. Si era dedicato interamente a
questo, investendo tutti i suoi risparmi (e quelli dei suoi amici)
nella progettazione e realizzazione di un prototipo, che adesso era
pronto per il primo volo di prova. L'aereo era lì, sulle colline di
Firenze, e tutto era a posto. Sarebbe passato alla storia. Come
Leonardo, più di Leonardo: non solo l'ideazione, ma anche la
realizzazione, e il volo! Ma d'improvviso ecco che inizia ad alzarsi
un forte vento: cambia il tempo, bufera in arrivo, le nuvole si
addensano sempre più nere, non si può volare, un colpo di vento più
forte solleva l'aereo, lo strappa dagli ormeggi, lo trascina via,
finisce in un burrone: tutto distrutto, fine del sogno. Böcklin
dovette tornare a dipingere, non aveva più soldi. Qualche anno dopo,
i fratelli Wright avrebbero fatto il loro primo volo in America, e
fine della storia. In Italia ci sono rimasti i fauni e i tritoni, i
miti classici e gli enigmi – gli aeroplani altrove.
Altro che i futuristi! Questa è vera modernità: mica limitarsi ad esaltare il volo e la velocità: ma farlo (o almeno tentarci).
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