martedì 30 aprile 2019

Opere infrastrutturali urgenti


Quando nei tempi antichi completarono la via Aurelia nel Levante ligure, fra le attuali Sestri Levante e Cavi si trovarono ad affrontare il problema di discendere dalle rocche di Sant'Anna, importante dislivello affacciato sul mare: il percorso che ne risultò era troppo ripido, e con i carri si faceva fatica. Andò avanti così per secoli, finché finalmente nel 1797 la Repubblica di Genova decise di risolvere in modo definitivo l'antico problema. Fece progettare una mulattiera con ampi tornanti, assunse lavoranti del luogo che realizzassero a secco le opere d'arte necessarie per l'attraversamento dei piccoli corsi d'acqua, stanziò 121.256 Lire di allora. Bene.
Tempo qualche anno, arrivò Napoleone e costruì la strada litoranea – dritta, senza dislivelli – facendo una galleria dove c'erano le rocche. La mulattiera appena realizzata divenne quindi subito inutile e venne abbandonata. Un problema durato millecinquecento anni e passa, finalmente risolto: ma inutilmente.
Idem per le chiuse di Paderno d'Adda: studiate da Leonardo, realizzate in parte (ma malamente) da Tibaldi, completate infine dagli Austriaci nell'800, pochi anni prima che la ferrovia le rendesse del tutto inutili (il trasporto via acqua praticamente sparì). Idem le chiuse di Vizzola Ticino sul Naviglio Grande, realizzate ma inutili. Idem il Naviglio Pavese, progettato per secoli e realizzato quando non serviva più.
A volte insomma la soluzione di un problema lungamente perseguito finisce per essere in qualcos'altro.


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