sabato 13 novembre 2010

W G Sebald

Gli anelli di Saturno.

Nella costa Est dell’Inghilterra, nel Medioevo era fiorente il commercio marittimo. Ma l’erosione del mare distrusse i porti e le città, di cui resta oggi qualche moncone. La zona si specializzò allora nel tessile di lusso. Ma la rivoluzione industriale e il conseguente abbassamento dei prezzi fecero fallire le attività. Divenne allora luogo di villeggiatura alla moda, frequentato soprattutto da tedeschi. Ma lo scoppio della prima guerra mondiale prima e lo sviluppo dei trasporti poi, che rese facilmente accessibili luoghi migliori, allontanò il turismo (restano i grandi alberghi abbandonati, e i moli vuoti). Durante la seconda guerra mondiale, vista la vicinanza con la Germania fu allora sede di importanti impianti militari, poi inutili, che poi con la Guerra Fredda vennero riconvertiti in funzione anti-Urss. Ma con la pace e il termine delle ostilità, anche questi impianti vennero abbandonati.
L’autore fa un lungo giro a piedi fra i resti di tutti questi disastri. I pesci muoiono a milioni sulle coste, le tempeste abbattono tutti gli alberi dei parchi e delle foreste. Ma la scrittura è meravigliosa.

(belli anche Vertigini - tranne un errore sulla posizione del Monte Rosa -  e la Storia naturale della distruzione. Invece Austerlitz, il suo libro più famoso, non mi è piaciuto per niente)

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