venerdì 10 settembre 2010

Fumetti!

Mi piacciono i fumetti per vari motivi.
Perché spesso sono molto più immediati, creativi, inaspettati e veri di tanta letteratura. Colgono il punto e lo dicono direttamente, di sorpresa. Poi perché sono popolari (anche troppo, quasi plebei), ma anche colti. E poi perché quelli migliori mischiano bene mezzi espressivi diversi (come altri generi moderni), ma sono meno costosi da produrre e da acquistare di film, musica o altro. (se sei un genio a scrivere, diceva Schulz, fai lo scrittore. Se disegni benissimo, fai il pittore. Se le tue battute sono divertentissime, fai il comico. Se invece sei un po’ di tutto questo, un po' scrivi, un po' disegni, be’ fai il fumettista).
Più che in altri generi, ci sono livelli molto diversi, dall’ottimo al buono al pessimo – a volte con piccole differenze. Difficile quindi fare un elenco completo di quelli migliori. Nel mare magnum della produzione fumettistica (ultimamente però direi un po’ in ribasso) i miei preferiti, utilizzando lo schema classico del “massimo dieci”, sono questi (in ordine di tempo):

1. Little Nemo in Slumberland di Winsor McCay: grande stile, grande libertà (soprattutto all’inizio): il disegno che passa da un riquadro all’altro, la città che sorge dal nulla, i funghi giganti che crollano. Bello anche i sogni del mangiatore di formaggi. E ha inventato anche il primo cartoon, il dinosauro che cammina

2. Topolino anni ’30: molto più simpatico e ben disegnato dell’antipatico topo degli anni successivi. Ma il meglio lo dà comunque nei cartoon, sia i primissimi, sia quelli subito dopo, tipo il surreale-patafisico (si potrà dire?) Topolino direttore d’orchestra (the Band Concert del 1935)

3. Paperino di Carl Barks

4. Robert Crumb, Fritz il gatto (tutto, da quello più leggero a quello più cupo), ma non solo






















5. Linus fino al ’72 (e quindi Peanuts, Valentina, Barbarella, Braccio di Ferro anni ’30, Fearless Fosdick, gli abominevoli presiutti delle nevi, gli Shmoo, Bristow, Moomin, BC, Feiffer – Passionella - Barnaby, Tenebrax, Battaglia... – e Doonesbury? e Calvin e Hobbes? e Matticchio? e Gary Larson?)

6. La Ballata del Mare Salato

7. Francesi con le storie in una pagina (Reiser, Wolinski, ... Lauzier?)

8. quelli di Frigidaire fino all’85 (e quindi Pazienza, meglio però cose pubblicate altrove tipo Aficionados, Pippo o Pertini, Scozzari, Tamburini-Liberatore, Mattioli) – forse meglio Il Male?

9. Métal Hurlant, Corben

10. Spiegelman?

Di quelli di adesso, belle le graphic novel americane (tipo David Small, Craig Thompson, Phoebe Gloeckner anche se strettamente parlando fa cose diverse, come anche Kevin Huizenga), ma anche francesi (la piscina di Vivès, Piero di Baudoin, ecc, ecc). I giapponesi li conosco poco, solo Miyazaki (il migliore) ma come cartoonist.

Cosa manca? MAD (allora del genere meglio Phoebe Zeit-Geist), Tin Tin (grandissimo disegno, linea pulita, ambientazioni che rapiscono, storie però un po’ ripetitive), Moebius (disegno meraviglioso, storie inesistenti), i Puffi (che però forse andrebbero messi).

Insomma un bel gruppo eterogeneo, unito da qualcosa.
I fumetti sono di evasione, dicono. Ma evasione come quella di chi taglia le sbarre di una prigione e se ne fugge via tutto felice!

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