E se si ritorna, non dicono più niente. E quanto più si insiste, quanto più sembrava che fossero lì, le cose che hanno un senso, tanto più ci si irrita a vuoto e ci si stanca. Nulla è più come prima, più ci si ritorna e più si allontana
(tranne quando a un certo momento - sembrerà sospeso il tempo)
Luoghi amati (e lasciati)
Da piccoli tutto è misterioso, incuriosisce e spaventa. Anche le stanze buie di casa, oltre quella porta, hanno un fascino misterioso e terribile.
Poi un giorno diventano familiari. Quel prato fuori la casa di montagna, dove si sono passati tanti giorni d’estate, il sentiero che si fa per andare in paese, il muretto dietro al bar dove ci si incontra con gli altri ragazzi, a parlare di niente; la stanza dove si passano pomeriggi a leggere libri avventurosi e a pensare, a guardare fuori dalla finestra; le aule della scuola dove la prima volta ti sei alzato e hai detto la tua e tutti sono stati ad ascoltarti. Quella strada, quel profilo di monte, così amichevole e protettivo, come quella gente che conosci e frequenti, è il mondo che accoglie e si apre.
E poi si chiude. Lì non puoi più restare, la gente tradisce, dall’altro posto te ne sei andato non sai più neanche perché.
E da allora luoghi freddi, insignificanti, senza senso. Come se per ripicca non ci si fidasse più. Come con una ragazza che ti ha abbandonato tanti anni fa con grande dolore e che si rincontra per caso.
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