Al rifugio di fondovalle (in realtà quasi un ristorante), giusto in fondo alla strada sterrata, è pieno di italiani, milanesi, romani, che sgagnano polenta e capriolo a quattro palmenti.
Al rifugio al termine della salita sul ghiaione, sul limitare del ghiacciaio, ci sono solo bergamaschi (o trentini o piemontesi) e qualche straniero.
Ma sul ghiacciaio e sulla cresta terminale, sono quasi tutti inglesi, tedeschi, francesi, americani: gente preparata, che non ha paura a fare fatica, che si gode le bellezze dell’alta quota.

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