Allora, per pura convenzione, diciamo che esistono, questi benedetti luoghi; e per comodità, che esiste pure chi parte e chi arriva. E diciamo "luogo" qualunque cosa da cui si può partire e arrivare, "viaggiatore" chi si muove, e "viaggiare" l'attività del viaggiatore; e non parliamone più, e se proprio volete continuare rivolgetevi da un'altra parte, voi e le vostre insidiose domande.
(quando ero piccolo, d'inverno, guardavo i treni passare dal lungomare.
La spiaggia era grigia di sassi, tutto molto tranquillo e umido, il mare misero, ondine, un po' di acqua sporca, un po' di cielo azzurro. Azzurro e grigio: strano accostamento di colori, per un paesaggio. Grigio come l'acciaio, azzurro come i riflessi della benzina sull'asfalto; azzurre le barche, i salvagente, le cabine sulle palafitte, vuote.
Grigio il mio cappottino grigio, pizzicoso, un bambino vestito male con un berrettino da fantino (e paraorecchie di lana, simbolo di infelicità); azzurro quello di mia sorella, anche lei infelice.
Bene, passavano i treni, a fianco di quel lungomare, sulla Genova la Spezia... Livorno Roma, una linea importante, e quindi spessissimo, ma comunque era con vero entusiasmo che ogni volta ne vedevo passare uno.
Anni dopo li sentivo fischiare nella notte, disteso sul mio lettino. Mi alzavo e sollevavo piano uno spiraglio nella tapparella. Vedevo la luce di un lampione, sobbalzare nel vento; o le foglie ferme e silenziose sotto la luna - azzurre e grigie allo stesso tempo...: un fischio, e lo sferragliare caldo del treno che passa, attraverso il paese addormentato, attraverso le strade vuote, il selciato bagnato, il rimbombare di passi solitari, una moto lontana, ecco: attraverso questi suoni sommessi un rumore di vagoni pieni di altra gente, gente che dorme, gente che va in corridoio a fumare una sigaretta, gente che fa un sacco di cose, gente che parla, che scherza: arriveranno tardi, nel fragore di una grande stazione, andranno al buffet; ci si prende un cappuccino, si aspetta un taxi infreddoliti, si arriva in case dove c'è qualcuno che aspetta, si va nel primo albergo che capita - domani alle sette c'è il traghetto... e tante cose che non conoscevo, che mi immaginavo, che non saprei nominare neanche adesso)
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