La donna si prostituiva girando in città diverse, dove affittava una stanza e metteva un annuncio. Un giorno un serial killer l’ha uccisa, strangolandola nell’appartamento dove riceveva.
Il papà e la mamma, contattati dalla polizia: non è possibile, nostra figlia fa la poetessa (erano di famiglia dignitosa e austera, fieri di questo tocco di artisticità, di questa ventata di audacia e di valore). E come prova i libri, pubblicati - si scopriva adesso - con i proventi del suo vero mestiere, misero inganno agli ingenui genitori.
(ma si può immaginare una più terribile disillusione?)
“Ho iniziato ad andare con uomini per arrotondare lo stipendio, uno ogni tanto, prendo cinquecento. Preferivo gli sposati, di una certa età, gentili e rispettosi. I giovani mi distruggevano, dopo ero a pezzi. Meglio più anziani e tranquilli. Poi ho incontrato il ragazzo con cui sto adesso, lui non vuole. Io avrei continuato, che problema c’è? E se un giorno mi stufo, ricomincio.”
(intervista letta su un giornale)
Ragazza fine, carina, sul sedile della stazione in metropolitana, occhieggiava con aria incoraggiante. Alla fine un tipo con la ventiquattr’ore, un po’ imbarazzato, si decise e si avvicinò. Due parole, e se ne andarono assieme.
(era la prima volta? era rimasta senza soldi? E per questo era disposta a farsi frugare lì da uno sconosciuto?)
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