giovedì 25 marzo 2010

Cosa resta

dopo la fine delle speranze politiche, avvenuta molto, molto tempo fa? dopo la fine delle illusioni? (chiamiamole così) All'arrivo del disincanto? (e si sa che la modernità è un “progetto freddo”, non scalda i cuori, permette molte cose ma non dà un senso a quello che si fa.)
Le più gettonate sono: religione (ma chi ci casca più), arte (poco incisiva, senza nerbo, soprattutto quella figurativa), i miti del passato, le emozioni; le attività consolatorie (vacanze, cibo, bere, sostanze varie), potere sesso e soldi (questi vanno molto), l’amore. Ma nell’amore quello che più rende affascinanti è appunto fare o avere qualcosa di nuovo da dire, e lì si torna al punto: cos’è che vale?
Restano anche le un po’ vituperate virtù borghesi: fare le cose bene, prendersi cura di chi si ama, voler bene a chi è vicino, cercare di dire la verità, il rispetto, ragionare, faticare.
Qualcosa insomma di lento, sotterraneo e poco appariscente (ma che forse serve anch'esso a tenere assieme il mondo).

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