lunedì 1 febbraio 2010

Memoria: perché è meglio non averla.

Il nonno era ebreo e si diceva che, anche se convertito, era stato deportato. Morì poco dopo la fine della guerra. La nonna era cattolica, di buona famiglia (produttori di tessile, lui commerciante), ma quando tutto fu finito, dopo la guerra, non volle più andare in chiesa né stringere la mano a un prete. Continuava a credere in Dio e a pregare, ma da sola, in camera, la domenica invece di andare a messa. Di quello che era successo non chiedetemi mai niente, disse ai figli. Non racconterò niente, non chiedetemelo mai, quello che è successo me lo terrò per me e scomparirà con la mia morte. E così è avvenuto.
Di questo si possono immaginare tre spiegazioni. Una è la vergogna: erano gente perbene, notabili di paese, benestanti, integrati: e all’improvviso reietti, segnati a dito, maltrattati da amici e conoscenti. Non doveva avvenire mai più, bisognava cancellare anche il ricordo. La seconda è di risparmiare ai figli il rancore. Nella sua stanza la vecchia rimugina sulle sue ferite e ricorda; per loro si volta pagina e la vita ricomincia.
Sembra che quando l’avevano preso lei avesse subito fatto ricorso alle sue conoscenze importanti; era molto devota, amica personale del vescovo di Vicenza, e sembra che le abbiano suggerito di dare del denaro per liberarlo. E quindi aveva venduto tutto, le case, la ditta, a prezzi forse sbagliati, alle persone che le avevano indicato, ma non era servito. Si erano accaniti, l’occasione era ghiotta, ne avevano approfittato un po’ tutti, e l’avevano spennata viva, ecco cosa. I bambini dicono che erano venuti a portarli via mentre erano alla scuola elementare, gente del paese, persone che conoscevano insomma, gente simpatica e bonaria, fino a quel momento. Li avevano già messi sul camion ma per fortuna la maestra era corsa e li aveva tirati giù; ma poi erano dovuti rimanere nascosti in un fienile sull’altopiano due anni: non si andava a scuola, si giocava tutto il giorno, una festa.
Alla fine della guerra si erano trovati senza un soldo e avevano anche cambiato paese, non riuscivano più a stare vicino a quella gente così bonaria e simpatica.
Sono andati poi a fare i contadini e gli operai, si sono dati una diversa identità insomma, nulla che ricordasse quella di prima.
(Ah, e poi c'è anche una terza spiegazione: che non sia vero niente, e che semplicemente l'attività ad un certo punto fosse andata male.
E quindi a maggior ragione forse è meglio non ricordare.)

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