Secoli fa, la maggioranza era composta da contadini o servi della gleba, comunque gente costretta solo a lavorare e cercare di sopravvivere (se ce la facevano). Un po’ di persone erano più libere, commercianti, artigiani, organizzati fra di loro; in certi casi si discuteva prima di decidere.
Cento anni fa, schiavi e servi della gleba non c’erano più, per lo meno in occidente: ma le donne contavano poco o niente, i proletari non se la passavano troppo bene, e il resto del mondo era più o meno colonizzato.
Adesso è già più raro che una sola persona abbia troppo potere per troppo tempo. Le persone che almeno in teoria possono decidere di sé stesse sono sempre di più (forse la maggioranza?); le ragazze proletarie se ne vanno in giro in motorino e ci sono persone che attraversano il mondo per iniziare un’attività che possa garantire un’esistenza dignitosa alla loro famiglia.
Certo, questo non vuol dire che ci sia un’unica direzione verso cui marcia la storia, ci sono anche passi indietro, cose che si perdono, finti passi avanti.
Ma alla fine quello che fa la differenza è: se ci si identifica con lo schiavo; o con il Faraone.

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