martedì 20 ottobre 2009

Destra.

Spesso da sinistra si tende a mettere in un unico calderone quello che pensano gli altri: liberali, filocapitalisti, gente di destra: ma ovviamente ci sono grandi differenze.
Nella mia ignoranza, la destra mi sembra associata soprattutto ad alcuni valori: tradizionalismo, legame con la terra, autoritarismo ed elitarismo (o anche: disuguaglianza e prepotenza, per dirla in altre parole). Come ogni ideologia che si rispetti, contiene un po’ anche il suo contrario: sviluppo delle forze produttive, populismo.
Visto che è sempre interessante andare a vedere quello che pensano gli altri, eccone qualcuno (molto diversi fra di loro).

Alain de Benoist - Ultimo anno (Settecolori): a favore delle differenze, comunitario, antiutilitarista, contro il conformismo democratico, antitotalitario: è effettivamente una lettura stimolante (e si potrebbe anche dire spesso convincente, se la cosa non mettesse un po' in imbarazzo). Il suo modello è l’antica Grecia. Ma allora perché quando è in Spagna va alla Valle del los Caìdos?

Joseph De Maistre – Le serate di San Pietroburgo (Rusconi): fratello di Xavier, autore dei romantici Viaggio attorno alla mia stanza e Il lebbroso della città di Aosta, è un autentico reazionario: teorico dell’assolutismo, cattolicissimo, sosteneva la supremazia del Papa e non si definiva controrivoluzionario in quanto contrario al concetto di rivoluzione in sé, qualunque essa fosse. Il libro però è molto intelligente e anticipa alcune osservazioni sul liberalismo che si ritroveranno in Tocqueville (come la maggiore difficoltà di retrocedere da decisioni sbagliate, ma prese a maggioranza, o l’eccessiva pervasività della democrazia nella vita degli individui). Probabilmente piace a Ratzinger (e ai ciellini, che sognano il ritorno del conte-vescovo).

Julius Evola – Rivolta contro il mondo moderno (Edizioni Mediterranee): se a de Benoist piace il mondo greco classico, a Evola sembra piacere l’età del ferro, quel bel mondo degli eroi a contatto con i miti primordiali della natura, senza gli squilibri e le innaturalezze introdotte dal Dio ebraico (un filo antisemita). Ricorda un po’ alcune cose di Mircea Eliade, tipo Il mito dell’eterno ritorno. Filonazista e considerato un ispiratore (forse involontario) del terrorismo di destra degli anni ’70, era un appassionato di alpinismo.

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