lunedì 9 novembre 2009

Un problema

Un giovane architetto presenta una domanda di permesso di costruire in un grande, importantissimo Comune del Nord Italia. Tutto regolare, tutto a posto, attende una risposta.
Un giorno viene avvicinato da - un noto fotografo. Cosa vorrà mai? Presto detto: per il permesso di costruire, bisogna versargli trecentomila euro. Ma lei chi è, cosa ne sa, cosa c'entra? Può verificare. Vada in Comune, chieda della segretaria del dirigente, dica le seguenti parole: ...; lei le risponderà con queste: ...; e poi vedrà. L'architetto, un po' sconcertato, fa come gli è stato detto, e tutto avviene proprio così: detta la parola d'ordine, si aprono le porte, si entra negli uffici, gli mostrano un armadio e: vede? La sua pratica è qui, sotto tutte le altre. Se vuole che passi qua: - in cima alle altre - , sa cosa deve fare. Altrimenti? Altrimenti resta un campo di patate.
L'architetto corre a riferire tutto al committente, ma questo: si rifiuta di pagare.
E quelli: lei non ha capito, architetto. Questo è un problema suo, non nostro. Lei è un giovane professionista, ha davanti a sé una carriera. Se non convince il suo cliente a pagare, lei ha finito di lavorare.
E qualche giorno dopo, in un piccolo Comune della cintura, il tecnico comunale lo guarda – e dice: ma lei è l'architetto tal dei tali? Quello che ha un problema in quell'area?

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