martedì 19 agosto 2025

Il figlio indesiderato

Alle medie, a metà anno si era aggiunto alla classe un nuovo compagno: molto carino, un grande ciuffo castano chiaro, vestiti sciccosi (scarpe a punta, le Barrow's), un po' bassino. Simpatico ma un filino strano: ombroso, ma ingenuo, a volte allegro e sorridente, ma con incomprensibili scatti di ira e di disperazione; le ragazze (che subito lo avevano notato) un po' le trattava male, un po' le cercava. Veniva seguito da uno psicologo, si venne a sapere poi. 

Sua mamma (mi spiegò anni dopo la mia), giovane e bella, allegra e un po' sventata, aveva sposato questo affermato imprenditore di buona famiglia. Il patto era: due figli, poi ci si diverte, viaggi, Courmayeur, Cortina, mare, barca a vela, libertà. Ma improvvisamente aveva scoperto di essere rimasta di nuovo incinta. E la crociera che dovevamo fare? Niente, disdire. Ma come? Avevamo detto due e poi basta, oramai c'è, ma si può fare altrimenti – non se ne parla neanche. Insomma aveva dovuto cedere. Ma quel bambino lo aveva odiato fin da subito, maledetto, già lì nella sua pancia. E anche quando era nato, che tortura, allattarlo, i pannolini: e le sue amiche erano in montagna a sciare e a divertirsi. 

E così eccolo fra noi, con il suo ciuffo, il suo visino, i suoi golfini di cachemire colorati e le scarpe a punta. Ma disperato.


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