venerdì 11 aprile 2025

C'è chi dice

Un tempo Dio amava tutti. Beati gli ultimi (perché saranno i primi). Beati i poveri di spirito. E innumerevoli chiesette (tutte uguali) punteggiavano i borghi sparsi sulle colline. Il padrone del mondo, onnipotente e onnisciente, era vicino ai pecorai.
Poi c'è stato il dopoguerra: quelli del diritto del più forte le avevano prese. E (anche per paura della rivoluzione) c'era lavoro per tutti, cultura, case, macchine, canzoni; gli artisti erano importanti, si aspettava con ansia l'uscita di un nuovo libro o di una mostra e se ne discuteva.
Oggi una ragazza sdraiata sulla spiaggia ti guarda come dire: sì, faccio le cose porche, ma non con te. A te non te la do (chi te l'ha chiesta?). Il ragazzo di fianco tutto palestrato urla al telefono di contratti (robette, telefonia o roba del genere), in cui bisogna “spremere” chi li ha firmati e “spaccare il culo” a qualcuno. Ti guarda come dire: ti riempio di botte.
Che chi dice: come mai la gente non si ribella al capitalismo che li sfrutta?
È che oramai tutti (ma proprio tutti) pensano di sistemarsi sfruttando gli altri (quei poveri fessi). Sognano di stare in uno yacht a prendere al sole, immaginandosi di essere invidiati da quelli rimasti sulla spiaggia.










[Alla fine dell' Impero Romano, i proletari di Roma erano oramai una plebe parassita, fruivano insomma dei vantaggi dello sfruttamento delle popolazione lontane e asservite, anche senza essere parte della classe dominante. È un po' quello che è successo in Occidente, secondo Emmanuel Todd]

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