Nell'area industriale dismessa aveva
trovato rifugio un gruppo di nomadi, rom - zingari insomma: diverse
famiglie, grandi e piccini, e lì si erano accampati in mezzo agli
edifici diroccati.
In Consiglio Comunale c'era chi sosteneva che avessero il diritto di restare: gli zingari sono un popolo libero, portatori di una cultura diversa da noi certamente, ma che dobbiamo rispettare. Zingari figli del vento, popolo felice, e via così – c'era anche un blog molto attivo in questo senso. Altri contrarissimi, va be' la differenza di cultura, ma quelli sono ladri, dicevano, bisogna difendere le nostre famiglie, la brava gente di qui.
Un giorno stavo facendo un sopralluogo sulle aree verdi lungo il fiume. Ero in bicicletta e mi ero fermato in mezzo alla stradina per fare delle foto. Quand'ecco che arriva un macchinone, nuovo, di lusso. Alla guida c'è un uomo maturo, ben vestito, che non vedo in faccia perché c'è il parasole del parabrezza abbassato. Di fianco sul sedile c'è una bambina di quattro-cinque anni, tutta sporca e scarmigliata. Mi faccio da parte e il macchinone passa.
Stranissimo, però. Ma cosa ci faceva una bambina tutta sporca scarmigliata su quel macchinone? E anche nell'area dismessa, ogni tanto si vedeva entrare un macchinone, si metteva a parlare con un donnone con il fazzoletto sulla testa e la gonna lunga, ripartiva.
Tempo dopo mi è capitato di parlarne con la dirigente dei Servizi Sociali. È che prostituiscono le bambine, mi dice. Solo che non possiamo intervenire perché minacciano che se ci vedono le uccidono. Non sono neanche figlie loro probabilmente, l'altro giorno hanno preso un bambino per i piedi e l'hanno appeso fuori dalla finestra, minacciando di farlo cadere giù se non ce ne andavamo.
Zingari, figli del vento. Popolo libero e felice.
In Consiglio Comunale c'era chi sosteneva che avessero il diritto di restare: gli zingari sono un popolo libero, portatori di una cultura diversa da noi certamente, ma che dobbiamo rispettare. Zingari figli del vento, popolo felice, e via così – c'era anche un blog molto attivo in questo senso. Altri contrarissimi, va be' la differenza di cultura, ma quelli sono ladri, dicevano, bisogna difendere le nostre famiglie, la brava gente di qui.
Un giorno stavo facendo un sopralluogo sulle aree verdi lungo il fiume. Ero in bicicletta e mi ero fermato in mezzo alla stradina per fare delle foto. Quand'ecco che arriva un macchinone, nuovo, di lusso. Alla guida c'è un uomo maturo, ben vestito, che non vedo in faccia perché c'è il parasole del parabrezza abbassato. Di fianco sul sedile c'è una bambina di quattro-cinque anni, tutta sporca e scarmigliata. Mi faccio da parte e il macchinone passa.
Stranissimo, però. Ma cosa ci faceva una bambina tutta sporca scarmigliata su quel macchinone? E anche nell'area dismessa, ogni tanto si vedeva entrare un macchinone, si metteva a parlare con un donnone con il fazzoletto sulla testa e la gonna lunga, ripartiva.
Tempo dopo mi è capitato di parlarne con la dirigente dei Servizi Sociali. È che prostituiscono le bambine, mi dice. Solo che non possiamo intervenire perché minacciano che se ci vedono le uccidono. Non sono neanche figlie loro probabilmente, l'altro giorno hanno preso un bambino per i piedi e l'hanno appeso fuori dalla finestra, minacciando di farlo cadere giù se non ce ne andavamo.
Zingari, figli del vento. Popolo libero e felice.
[e quelli dei macchinoni?]
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