giovedì 27 giugno 2024

Bellezza di quello che non si conosce

Usava entrare al cinema a film iniziato. Da quel punto alla fine, era tutto un cercare di capire le ragioni di azioni incomprensibili: si accettavano così com'erano (lezione di realismo). Poi il primo tempo dava finalmente una spiegazione, e il malvagio già punito era ancora il migliore amico dell'eroe, e chi si è già amato ancora si detestava. Sensazione di onniscienza. Finché si arrivava al breve tratto in comune, in cui passato e presente, cose che si vedono e cose già viste, cose ora note e un tempo misteriose, si sovrappongono. Terza sensazione, molto classica.

La “Ballata del mare salato” usciva a puntate sul “Corriere dei Piccoli”. Un'estate un numero (o due) non arrivò; nel frattempo erano successe cose molto importanti, riportate troppo rapidamente nel riassunto. E la storia, accuratamente raccolta in fascicoletti, ad ogni rilettura aveva una brusca accelerazione in quel punto, e un evolversi non controllabile, tanto più simile al mondo reale.Ho letto le due puntate mancanti circa venti anni dopo (il resto lo conosco a memoria). Leggera delusione.

Da piccoli, alla fiera, si compravano i fumetti usati nascosti nella carta di giornale. Non si sa cosa si prende, non si sceglie, non si hanno responsabilità se è brutto, e se è bello è ancora meglio perché è inaspettato, qualcosa che se si avesse avuto la libertà di scegliere non si sarebbe preso mai. Curiosità dei bambini, emozione e timore; curiosità più forte del timore, come piccoli animali.


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