Me la ricordo, una mattina di primavera
del 1975, ero al ginnasio, l'assemblea infuocata nella palestra della
scuola, e a parlare chiamano lui, uno dei leaderini più grandi,
piaceva molto alle ragazze, che al microfono balbetta: ieri sera,
c'erano i fascisti, uno con il cane che avevamo già notato, c'è
stata una colluttazione, non posso dire di più, c'è un'inchiesta in
corso, un compagno è morto...
E fra la folla dei ragazzi che affollavano la palestra (l'ho scoperto anni dopo) c'era anche uno più grande, dei servizi d'ordine; che poche ore dopo morirà travolto da una camionetta dei carabinieri in corso XXII marzo.
Ora lui ha fatto carriera, è diventato un architetto importante, addirittura candidato sindaco (ma davvero non avevano niente di meglio?); e solo in quell'occasione – sollecitato peraltro da un giornale di centrodestra – ha trovato modo di dire due parole su quell'accaduto: ovvero che “la ricostruzione dei fatti da parte della magistratura è sostanzialmente corretta”. Ovvero, che quella sera erano stati loro ad attaccare che e quell'altro, il fascista, si era sostanzialmente difeso.
Ora non è il caso di parlare di responsabilità. Ma se quella mattina, anziché restare nel vago, anziché accennare a un possibile grave torto subìto... avesse parlato chiaro, siamo stati noi a provocarlo? Forse non sarebbe successo quello che poi è accaduto, gli scontri, la camionetta. Certo, facile giudicare con il senno di poi: aveva diciott'anni (maggiorenne peraltro), la situazione era esplosiva, vorrei vedere tu. Ma, a tanti anni di distanza? Neanche una parola su chi è morto? Neanche un “mi dispiace”, un “lo conosceva appena” o “eravamo amici”? Niente, solo un rimando burocratico alla sentenza emessa (che peraltro nessuno conosce), neanche un ministro democristiano dell'epoca sarebbe stato così sfuggente.
E fra la folla dei ragazzi che affollavano la palestra (l'ho scoperto anni dopo) c'era anche uno più grande, dei servizi d'ordine; che poche ore dopo morirà travolto da una camionetta dei carabinieri in corso XXII marzo.
Ora lui ha fatto carriera, è diventato un architetto importante, addirittura candidato sindaco (ma davvero non avevano niente di meglio?); e solo in quell'occasione – sollecitato peraltro da un giornale di centrodestra – ha trovato modo di dire due parole su quell'accaduto: ovvero che “la ricostruzione dei fatti da parte della magistratura è sostanzialmente corretta”. Ovvero, che quella sera erano stati loro ad attaccare che e quell'altro, il fascista, si era sostanzialmente difeso.
Ora non è il caso di parlare di responsabilità. Ma se quella mattina, anziché restare nel vago, anziché accennare a un possibile grave torto subìto... avesse parlato chiaro, siamo stati noi a provocarlo? Forse non sarebbe successo quello che poi è accaduto, gli scontri, la camionetta. Certo, facile giudicare con il senno di poi: aveva diciott'anni (maggiorenne peraltro), la situazione era esplosiva, vorrei vedere tu. Ma, a tanti anni di distanza? Neanche una parola su chi è morto? Neanche un “mi dispiace”, un “lo conosceva appena” o “eravamo amici”? Niente, solo un rimando burocratico alla sentenza emessa (che peraltro nessuno conosce), neanche un ministro democristiano dell'epoca sarebbe stato così sfuggente.
[Eppure le doti dell'affabulatore ce le ha. Tutti i suoi (mediocri) progetti sono ben conditi di chiacchiere, il quartieraccio sull'area a verde di Roma “vuole ricostituire lo spirito di un borgo” (solo perché è tondo), ma questo viene molto apprezzato dagli operatori immobiliari, perché se una roba del genere l'avessi proposta io, o il palazzinaro della Camilluccia... sai che grida si sarebbero sentite subito, al consumo di suolo, alla speculazione, a chissà che cosa, e invece così tutto tranquillo, progressista e di sinistra, vero... o gli alberi sui terrazzi (costosissimi) che sono “la ricostituzione del legame dell'uomo con la natura” (ma allora non è meglio il verde orizzontale, i parchi insomma, quelli tradizionali, dove ci possono andare tutti, con gli alberi con le radici ben piantate per terra?) e via così, l'Expo all'Ortomercato, quando solo per trovare un'altra area, costruirla, demolire le strutture esistenti, bonificarle eccetera, minimo ci voleva cinque anni e non cinque mesi, neanche i fondamentali della materia li conosce (e volevano farlo sindaco).
Ma tutto è condito da parole ricercate e seducenti. Tranne che per ricordare certi avvenimenti (troppo difficile dire: mi spiace? O una banale frasetta di circostanza tipo: ci penso sempre? Troppo semplice? Suvvia...)]
Ma tutto è condito da parole ricercate e seducenti. Tranne che per ricordare certi avvenimenti (troppo difficile dire: mi spiace? O una banale frasetta di circostanza tipo: ci penso sempre? Troppo semplice? Suvvia...)]
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