Sonetti
Può sembrare inutile (e forse anche un po' presuntuoso) consigliare un'opera così famosa e giustamente amata per l'incredibile immediatezza, sincerità e articolazione dei temi toccati (davvero dall'alto al basso). Ma non è sempre facile districarsi nella gran quantità di sonetti (oltre 2.200); ne volevo allora consigliare qualcuno come assaggio (il numero è riferito all'edizione completa del 1952 nb, altre numerazioni sono un pochino diverse nel senso che contengono qualche sonetto in più).
Questo è abbastanza famoso:
596 (Er bon padre spirituale)
Può sembrare inutile (e forse anche un po' presuntuoso) consigliare un'opera così famosa e giustamente amata per l'incredibile immediatezza, sincerità e articolazione dei temi toccati (davvero dall'alto al basso). Ma non è sempre facile districarsi nella gran quantità di sonetti (oltre 2.200); ne volevo allora consigliare qualcuno come assaggio (il numero è riferito all'edizione completa del 1952 nb, altre numerazioni sono un pochino diverse nel senso che contengono qualche sonetto in più).
Questo è abbastanza famoso:
596 (Er bon padre spirituale)
«Accúsati
figliuola». «Me vergogno»
«Niente: ti aiuto io con tutto il cuore.
Hai dette parolacce?» «A un ber zignore».
«E cosa, figlia mia?» «Bbrutto carogno».
«Niente: ti aiuto io con tutto il cuore.
Hai dette parolacce?» «A un ber zignore».
«E cosa, figlia mia?» «Bbrutto carogno».
«Hai
mai rubato?» «Padre sí, un cotogno».
«A chi?» «Ar zor Titta». «Figlia, fai l’amore?»
«Padre sí». «E come fai?» «Da un cacatore
ciarlamo». «E dite?» «Cuer che cc’è bbisogno».
«A chi?» «Ar zor Titta». «Figlia, fai l’amore?»
«Padre sí». «E come fai?» «Da un cacatore
ciarlamo». «E dite?» «Cuer che cc’è bbisogno».
«La
notte
dormi sola?»
«Padre
sí».
«Ciài pensieri cattivi?» «Padre, oibò».
«Dove tieni le mani?» «O cqui o llí...».
«Ciài pensieri cattivi?» «Padre, oibò».
«Dove tieni le mani?» «O cqui o llí...».
«Non
ti stuzzichi?» «E cc’ho
da stuzzicà?»
«Lì fra le cosce...». «Sin’adesso no,
(ma sta notte sce vojjo un po’ pprovà)».
«Lì fra le cosce...». «Sin’adesso no,
(ma sta notte sce vojjo un po’ pprovà)».
Abbastanza
erotici anche il 595 (Er confessore) il 1325 (Primo, conzijjà
li dubbiosi) e il 625 (L'ingeggno dell'omo) (ma ce ne sono molti
altri).
Sempre molto famoso questo: 774 (La vita dell'omo)
Sempre molto famoso questo: 774 (La vita dell'omo)
Nove
mesi
a
la puzza:
poi in fassciola
tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:
poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,
cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni.
tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:
poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,
cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni.
Poi
comincia
er tormento de
la scola,
l’abbeccè, le frustate, li ggeloni,
la rosalía, la cacca a la ssediola,
e un po’ de scarlattina e vvormijjoni.
l’abbeccè, le frustate, li ggeloni,
la rosalía, la cacca a la ssediola,
e un po’ de scarlattina e vvormijjoni.
Poi
viè
ll’arte,
er
diggiuno,
la
fatica,
la piggione, le carcere, er governo,
lo spedale, li debbiti, la fica,
la piggione, le carcere, er governo,
lo spedale, li debbiti, la fica,
er
zol d’istate,
la neve
d’inverno...
E pper urtimo, Iddio sce bbenedica,
viè la Morte, e ffinissce co l’inferno.
E pper urtimo, Iddio sce bbenedica,
viè la Morte, e ffinissce co l’inferno.
Consiglio
anche altri tipo il famosissimo 165 (La creazzione der monno), il 1252 (Er buscio della chiave); fa tenerezza il 1217 (Se
more), divertente il 1109 (Li beccamorti) e i 2087 (La vita
da cane) e 1706 (Cosa fa er Papa?) sull'industriosità dei Papi.
Ma sicuramente ne dimentico tantissimi altrettanto belli (è forse
l'unico caso in cui la parlata romanesca ispira simpatia ;-).
Si ispirò a Carlo Porta, forse conobbe Leopardi (erano grosso modo coetanei) con cui condivide alcuni toni pessimisti e sicuramente a una serata letteraria incontrò Gogol (che ne parlò entusiasticamente per lettera).
I sonetti non furono mai pubblicati in vita (anche se erano largamente noti) ed erano destinati alla distruzione (ma una seconda copia la salvò un amico).
Divenuto anziano e costretto per povertà a lavorare come censore papale, vietò le opere di Shakespeare in quanto politicamente pericolose (anche Collodi finì in modo simile, rilasciando autorizzazione alle rappresentazioni teatrali in cambio di prestazioni sessuali da parte delle attrici).
Sic transit.
Si ispirò a Carlo Porta, forse conobbe Leopardi (erano grosso modo coetanei) con cui condivide alcuni toni pessimisti e sicuramente a una serata letteraria incontrò Gogol (che ne parlò entusiasticamente per lettera).
I sonetti non furono mai pubblicati in vita (anche se erano largamente noti) ed erano destinati alla distruzione (ma una seconda copia la salvò un amico).
Divenuto anziano e costretto per povertà a lavorare come censore papale, vietò le opere di Shakespeare in quanto politicamente pericolose (anche Collodi finì in modo simile, rilasciando autorizzazione alle rappresentazioni teatrali in cambio di prestazioni sessuali da parte delle attrici).
Sic transit.
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