Vicino
al Parco Sempione c'è una bella strada, dedicata a un certo Giulio
Douhet.
Chi sia questa persona è presto detto: agli inizi del '900 teorizzò il bombardamento aereo a tappeto dei centri abitati come mezzo per vincere le guerre: riflessione teorica che venne apprezzata dai contemporanei e portò al bombardamento della popolazione civile in Inghilterra e Germania, per non parlare della bomba atomica in Giappone e poi delle devastazioni in Vietnam; e quindi a infinite sofferenze, senza peraltro che questi bombardamenti risultassero decisivi ai fini delle sorti dei conflitti.
Insomma, un mostro.
Ma la domanda è: perché intitolargli una via?
Chi sia questa persona è presto detto: agli inizi del '900 teorizzò il bombardamento aereo a tappeto dei centri abitati come mezzo per vincere le guerre: riflessione teorica che venne apprezzata dai contemporanei e portò al bombardamento della popolazione civile in Inghilterra e Germania, per non parlare della bomba atomica in Giappone e poi delle devastazioni in Vietnam; e quindi a infinite sofferenze, senza peraltro che questi bombardamenti risultassero decisivi ai fini delle sorti dei conflitti.
Insomma, un mostro.
Ma la domanda è: perché intitolargli una via?
Di
seguito uno stralcio del libro più famoso del nostro:
«Basta
immaginare ciò che accadrebbe, fra la popolazione civile dei centri
abitati, quando si diffondesse la notizia che i centri presi di mira
dal nemico vengono completamente distrutti, senza lasciare scampo ad
alcuno. I bersagli delle offese aeree saranno quindi, in genere,
superfici di determinate estensioni sulle quali esistano fabbricati
normali, abitazioni, stabilimenti ecc. ed una determinata
popolazione. Per distruggere tali bersagli occorre impiegare i tre
tipi di bombe: esplodenti, incendiarie e velenose, proporzionandole
convenientemente. Le esplosive servono per produrre le prime rovine,
le incendiarie per determinare i focolari di incendio, le velenose
per impedire che gli incendi vengano domati dall'opera di alcuno.
L'azione venefica deve essere tale da permanere per lungo tempo, per
giornate intere, e ciò può ottenersi sia mediante la qualità dei
materiali impiegati, sia impiegando proiettili con spolette
variamente ritardate.»
(Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 24)
(Giulio Douhet, Il dominio dell'aria, Verona, 1932, pagina 24)
(nb: di recente gli è stata dedicata anche la scuola militare dell'Aeronautica, evidentemente ai nostri governanti piace, avere un personaggio nazionale di successo)
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