martedì 25 maggio 2021

Amatori e dilettanti.

Strano il tono un po' sussiegoso con cui si usano questi termini, soprattutto in questioni artistiche. Un dilettante e un amatore sarebbe automaticamente un incapace. Strano, perché la radice di queste parole è amore e diletto (ovvero piacere): e perché mai amore e piacere dovrebbero essere concetti negativi?

L'idea è che certe attività dovrebbero essere lasciate ai professionisti, e che qualcosa di gratuito sia o sintomo di sfruttamento, o di lavoro fatto male.

Certo il lavoro gratuito è sbagliato. Far scaricare cassette di verdura gratis, ad esempio, o per una remunerazione bassissima, mi sembra davvero poco condivisibile (per dire così).

Ma, ad esempio, farsi portare da un amico più bravo in montagna? Subito potrebbe saltare fuori una guida alpina: fermi un attimo, questo [accompagnare gente in montagna] è lavoro da professionisti. Eppure molti grandi alpinisti – soprattutto un tempo – andavano in montagna per passione, perché amavano la montagna e per il piacere di farlo: non perché pagati (e si potrebbero anche immaginare casi simili, più osé: una ragazza che ci bacia, per amore o per diletto, eh no, si fa avanti una sex worker, cos'è questo dilettantismo? Va be', lasciamo perdere...).

Ma è in generale il tema delle attività svolte al di fuori di una logica economica ad avere una sua complessità. Agli albori della rivoluzione borghese Thomas Jefferson (prima rivoluzionario contro gli inglesi e poi terzo Presidente degli Strati Uniti d'America) diceva grosso modo: oggi lottiamo per avere la libertà di commerciare. Domani commerceremo per avere la libertà di essere poeti, scrittori, artisti... Anche i poeti romantici scozzesi non pensavano di vendere le loro poesie (e neanche a scriverle, solo declamarle in scelta compagnia, per questo si sono perse...) - be', neanche adesso credo ci siano molti poeti che vivano di questo. Ma anche Marx, nel pensare a cosa sarebbe stato il socialismo (che in fondo vedeva come continuazione e completamento della rivoluzione borghese) diceva più o meno: al mattino si andrà a pescare, nel pomeriggio a produrre o a scrivere poesie... con l'idea che con lo sviluppo delle forze produttive ci sarebbe stato alla fine molto tempo libero, da dedicare appunto a quello che più piaceva - che è esattamente quello che sta succedendo.

Lo spostamento di attività dal “dono” gratuito al mondo economico è sempre stato un pallino dei capitalisti (e simmetricamente avversato dagli utopisti). Luigi Einaudi diceva (con una battuta che oggi potrebbe sembrare un po' sessista) che se uno sposa la serva, diminuisce il PIL. Nel senso che come moglie avrebbe continuato a rigovernare come prima, a lavare, stirare e fare da mangiare (per non parlare delle prestazioni da sex worker), però gratis – e questo per l'economia non va bene.

Tutto quello che passa dal “dono” gratuito alla prestazione a pagamento agli economisti piace. E quindi ad esempio l'acqua delle fonti di montagna, grande piacere del tutto gratuito, niente, devono essere certificate per essere dichiarate potabili. E siccome la certificazione costa diecimila euro e dura un solo anno, si mangerebbe praticamente tutti i profitti della gestione di un rifugio. E allora bisogna mettere un cartello “non potabile” sulla fonte, pena multa (anche se l'acqua è squisita) e far arrivare l'acqua in elicottero dal fondovallle. E fra impianti di imbottigliamento, piazzole per elicotteri, patenti per piloti... sono tutti soldi che girano, e il PIL sale (anche se l'acqua che beviamo, stavolta a pagamento, è sempre la stessa).

Quindi, perché lottare per avere opere d'arte fatte solo a pagamento da professionisti? Perché questo disprezzo per gli amatori? Siamo proprio sicuri che chi soffre e fa una dura fatica per produrre opere d'arte, le faccia anche belle? (per non parlare poi di quando, finita l'ispirazione ma pur sempre con la necessità di guadagnarsi da vivere, finiscono con i racconti dell'Ele Fante, o a cambiare stile perché glielo ha chiesto il gallerista... la professione ha anche questi risvolti).

Quando ero ragazzo (nel '78) avevo fatto un bel disegno su un muro (gratis, ovviamente): sono arrivati i carabinieri, mi hanno arrestato e processato (assolto poi per insufficienza di prove, ancorché del tutto colpevole). Se oggi mi offrissero di fare un disegno sul muro a gratis senza rischio di essere arrestato, be' ne sarei contento.



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